#andiamoagovernare

La Lega ha stravinto le Elezioni Regionali in Friuli e il Movimento 5 Stelle invece le ha “straperse”: eppure oggi in pochi parlano di Friuli Venezia Giulia e quasi tutti parlano di Governo nazionale. Il dato in effetti è importante perché dice che ancora una volta i grillini al nord non sfondano e che invece la coalizione del Centrodestra porta a casa ancora una volta la vittoria stando uniti. Poi però Salvini e Berlusconi dicono due cose diametralmente diverse: il segretario della Lega e “main sponsor” del neo-Governatore Fedriga ribadisce che col M5s si può governare e questo dato in Friuli dimostra che non si può lasciare fuori il  Cdx; l’ex Cavaliere invece dice l’esatto opposto, «Ma la vera clamorosa sconfitta, in questa tornata elettorale, è quella del Movimento 5 Stelle, il cui candidato dimezza la percentuale delle politiche, mentre il voto alla lista grillina è addirittura meno di un terzo del consenso ottenuto il 4 marzo. M5s è inadatto a governare»

Il Movimento 5 Stelle invece è crollato: ha dimezzato i voti delle politiche, forse pagando il fatto di non essere riuscito a formare un governo a 56 giorni dalle elezioni politiche da cui uscì come primo partito. Meno del 12%, la metà rispetto alle politiche, per il grillino Alessandro Fraleoni Morgera, mentre la lista M5s è al 7,3%.

Il candidato del centrosinistra Sergio Bolzonello è fermo al 27,4%, il Partito democratico ottiene il 18,6% . Il Pd perde dunque il Friuli Venezia Giulia che di fatto passa alla Lega, che comunque aumenta i propri voti rispetto alle elezioni del 4 marzo, quando aveva ottenuto il 18,7%. Va detto che l’affluenza è stata molto bassa, ha votato un friulano su due, solo il 49,65% degli aventi diritto.

http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2018/4/30/Risultati-Elezioni-Regionali-Friuli-Venezia-Giulia-2018-Diretta-live-spoglio-nuovo-governatore-chi-ha-vinto/818661/

Addio, Movimento 5 stelle

di Gabriele Sannino Ci ho creduto. Dio solo sa quanto ci ho creduto. Mi sono iscritto a questo Movimento nel 2011, quando ancora nessuno lo conosceva. Di Grillo ho apprezzato tutti i contenuti sparsi qua e là nei vari vaffa-day: a differenza di molti miei colleghi giornalisti, infatti, non mi sono mai soffermato sulle cosiddette “parolacce”. Nel 2012, uno dei miei libri – I segreti del debito pubblico, un libro che parla di signoraggio e moneta-debito – è apparso perfino sul blog, e per ben due volte, inorgogliendomi non poco. Poi, nel 2013, la magnifica campagna elettorale fatta da Grillo, lo Tsunami Tour, che ha fatto uscire milioni di italiani dalle loro case, dimentichi per una sera della solita propaganda televisiva. Me lo ricordo bene quel giro d’Italia: Beppe tuonava contro l’Euro, l’Europa delle banche, il liberismo economico, la Nato guerrafondaia, la casta e i suoi privilegi. La chiusura trionfale del Tour avveniva a Piazza San Giovanni a Roma, e mostrava un Grillo passionale, sicuro, un vero e proprio guerriero, mentre dietro di lui un gruppo di giovani (i futuri parlamentari) restavano muti e adoranti. Il Movimento 5 stelle, nel 2013, entrava ufficialmente in Parlamento: per gli altri partiti – ovviamente – erano sbarcati “gli alieni”, quelli da evitare come la peste, perché – una volta tanto – rappresentavano per davvero la volontà popolare. Dal 2013 al 2017, i grillini hanno fatto un’opposizione politica considerevole, propria di chi intende accreditarsi… per governare: la raccolta firme per il “fuori dall’Euro”, le manifestazioni contro la casta e i suoi privilegi, perfino scioperi a oltranza contro i vari provvedimenti a favore di banche e lobby finanziarie, il tutto bilanciato da tante proposte di legge a cui io ho stesso ho partecipato votando sulla piattaforma Rousseau. Oggi, nel 2018, e con molto rammarico, devo ammettere che il Movimento 5 Stelle è cambiato. Profondamente cambiato. Grillo non c’è più: ha creato un sito che porta il suo nome ed è perfino scollegato da quello del movimento, che invece si chiama “blog delle stelle”. Anche Gianroberto Casaleggio non c’è più: purtroppo, lui è passato a un’altra dimensione. Al posto dei due leader, c’è un ragazzo napoletano, Luigi Di Maio, che dal 2013 al 2018 è divenuto prima vice presidente della Camera e poi capo del movimento. Di Maio ha iniziato la sua campagna elettorale ripartendo proprio dai temi cari ai fondatori, tuonando contro l’Euro (su YouTube si possono trovare dei suoi video dove afferma che il sud Italia morirà definitivamente con questa moneta) ma non solo, contro l’Europa delle banche, la casta, la Nato e via dicendo. Il punto è che questo giovane ragazzo, con la sua pacatezza e tranquillità, è arrivato, pian piano, intervista dopo intervista, ad affermare il contrario di tutto, mentre la “base” era e resta tuttora sconcertata e incredula, pensando – magari – a una specie di “strategia”. A questo punto mi chiedo: com’è possibile parlare di strategia? Se un giorno affermassi che il mondo è rotondo, poi il giorno dopo che è quadrato e poi ancora quello successivo ritornassi a dichiarare che è rotondo, voi mi dareste fiducia? Luigi Di Maio – questo è un fatto – ha iniziato ad ammorbidire le sue posizioni (fino a cambiarle) man mano che si “accreditava” nei vari consessi europei e internazionali: è volato a Londra ad assicurare gli investitori stranieri, a Washington, il covo della finanza internazionale, e ha perfino affermato, quando ha incontrato il Presidente francese Macron (uomo, anzi galoppino dei Rothschild) che “le loro politiche hanno molti punti in comune”. “Ma che, davero?” Si dice a Roma. Gli elettori 5 stelle, ancora adesso, si concentrano molto sul fattore onestà. Ebbene, ancora una volta sono qui a chiedermi: è onesto cambiare idea in questo modo su tutto? E’ onesto concentrarsi solo sul taglio degli stipendi dei parlamentari, su un presidente della Camera che prende l’autobus anziché l’auto blu, o su un reddito di cittadinanza che – senza sovranità monetaria – sarà un’altra montagna che partorisce un topolino?

Leggi tutto su https://www.controinformazione.info/addio-movimento-5-stelle/

N.B. L’articolo è stato scritto prima dell’incarico esplorativo dato a Fico.

Chissà se va

Questo è lo spirito del governo servile che si sta cercando di impiantare a Palazzo Chigi con un inciucio M5S-PD. Il M5S ormai, al di là dei suoi programmi, deve la sua forza elettorale a un voto motivato in gran parte da aspettative assistenzialistiche (reddito di cittadinanza, rectius di sussidio a chi risulta disoccupato, trasferimenti meridionalisti),  quindi è legato a quelle aspettative; anche il PD deve la sua residua forza a categorie ampiamente improduttive e ai legami col mondo bancario. La  sinergia tra questi due partiti sarà quindi necessariamente nel senso di aumentare la tassazione e i trasferimenti, oltre che di obbedire alle richieste della c.d. Europa e dei c.d. mercati.

Marco Della Luna

http://marcodellaluna.info/sito/2018/04/23/pd-m5s-un-governo-per-il-fmi/

Referendum molisano

Alla luce degli ultimi sviluppi delle consultazioni del presidente del Senato, la situazione attuale è che il movimento cinque stelle è favorevole ad un contratto di governo con la Lega di Salvini e aperto anche ad una collaborazione non ostile con i suoi alleati di centro-destra.

Personalmente non mi piace molto la parola contratto in un contesto politico, ma posso capire che, dopo la vittoria nelle elezioni del 2013, essere stato messo in naftalina dall’escamotage di Napolitano ( che si inventò la alleanza destra-sinistra) non sia piaciuto a Di Maio e agli allora grillini.

Sicuramente le parole del comunicato, letto da Di Maio, sono state scelte con cura gesuitica e lasciano margini di manovra anche a Berlusconi e a Giorgia Meloni se non ne faranno una questione di prestigio personale.

Dato che in Italia le feste vanno santificate, se ne riparlerà La settimana prossima (ci vuole l’articolo nel complemento di tempo determinato); ma nel frattempo anche una parte dell’elettorato avrà modo di esprimersi con le regionali del Molise.

Qui è possibile votare esprimendo il contrassegno solo della lista e, se non entra in conflitto con le vostre scelte personali, è un modo che hanno anche gli elettori di dare informazioni aggiuntive.

https://www.tpi.it/2018/04/19/elezioni-molise-2018/

Chi non vuole governare?

Ne discutevano anche stamattina gli esperti di turno alla TV partendo da quella proposta dei 5 stelle di governare con la Lega.

In effetti i numeri ci sono (anche se politicamente questa sembra più una mossa per rompere la coalizione di centro destra).

Ma il vero problema è che la risoluzione dei problemi dell’Italia non si può avere all’interno degli accordi europei ed internazionali .

“Un popolo non può essere libero se non ha sovranità. Non accettiamo che il nostro destino sia deciso da organismi burocratici non eletti e da banche internazionali che sfruttano i popoli. Noi esigiamo il ripudio di tutti i debiti da usura verso le banche centrali, la creazione di una Moneta di Popolo, dichiarata proprietà dei cittadini che non viene prestata e quindi non crea debito o inflazione e la nazionalizzazione della Banca d’Italia. Noi invochiamo il ritorno in mani italiane di aziende storiche svendute a stranieri, una politica contraria alle delocalizzazioni e che favorisca il ritorno in Italia delle aziende già delocalizzate. Noi auspichiamo un rilancio dell’IRI che possa ridare slancio a tutta l’economia italiana…
(omissis)
Il nostro popolo deve essere padrone della sua moneta, della sua casa, della sua sicurezza e delle sue strade o non sarà mai libero!
Noi esigiamo l’uscita dell’Italia da UE, EURO e NATO e l’affermazione di una politica di amicizia e collaborazione con la Russia”.

Come avrete capito il brano citato è tratto dal programma elettorale di Italia agli italiani che ha ottenuto lo 0.49% di voti e nessun seggio.

Ma Roberto Fico temo diventi subito una Boldrini che propone lo jus soli e  simili piddiate, al solo scopo di far divergere le due formazioni populiste che  possono e devono governare insieme su un programma minimo di riforme e unite di fronte alla UE.  C’è il rischio che  l’Italia perda una occasione storica – la propria liberazione –  che non si ripresenterà.(1)


  1. https://www.maurizioblondet.it/guardate-governa-sempre-gentiloni/
  2. Leggi anche https://bondenocom.wordpress.com/2018/03/27/di-maio-sa-cosa-sono-i-costi-della-politica/

Un governo subito!

Si diceva un tempo che mentre il medico studia, l’ammalato muore. La situazione internazionale si fa sempre più incandescente, il fronte interno – alle prese con i “soliti” problemi economici e di sicurezza – non sta molto meglio.

L’ultimo giro di consultazioni non ha lasciato a Mattarella altra chance che quella di pazientare ancora un po’, viste le frizioni tra le formazioni politiche in campo. Nel frattempo è accaduto che l’asse Usa-Gb-Francia ha bombardato la Siria, che l’Ue ha chiesto ulteriori ritocchi alla legge Fornero e che la Cassa Depositi e Prestiti rischia di impaludarsi nel valzer delle nomine dato che nessuna formazione è così forte da imporsi, democraticamente, alle altre.

Mentre il medico studia e si alambicca nella farmacopea parlamentare, mentre gli elementi reagiscono, spesso buffamente, quando li si accosta l’uno all’altro, mentre la geopolitica impone attenzione massima per un conflitto sul Mediterraneo che rischia di strabordare da guerra d’area a scontro globale, l’Italia non può permettersi di cincischiare compulsando ferocemente la lista dei sondaggi.

di cosa si interessano gli italiani in un normale sabato pomeriggio (se non sono al mare)

L’attuale situazione politica non è più tale da potersi affrontare con un governo ombra, in deroga, che non gode del favore degli elettori. I partiti non possono nemmeno delegare le responsabilità loro – che siano di governo o, di conseguenza, di opposizione – alle burocrazie di Stato o a quelle internazionali, altrimenti dimostrerebbero la loro inconsistenza.

Il momento è serio perché c’è un Paese sfibrato, diviso e arrabbiato che si avvia a perdere centralità internazionale persino in un bacino, quello del Mediterraneo, dove naturalmente sarebbe interlocutore obbligato per tutti. Perciò c’è bisogno della politica, di chi si assuma la responsabilità di fare ciò per cui è stato eletto: altrimenti avrebbero (tutti) già fallito ancor prima di cominciare.

http://www.barbadillo.it/4145-il-caso-siria-fornero-economia-ecco-perche-ci-serve-un-governo-subito/

Tanto tuonò che piovve

L’incrociatore Donald Coock, armato di Tomahawks,con la sua squadra d’appoggio, sta facendo rotta verso il porto di Tartous  (dove sono le forze navali di Mosca) – ormai dev’essere a poca distanza – senza notificarsi alle forze armate russe, in violazione delle consuetudini internazionali per cui movimenti del genere vengono notificati in anticipo. Dunque è un atto di guerra. Caccia russi hanno sorvolato a bassa quota la squadra.  Ed anche la fregata francese Aquitaine, che si è aggiunta al gruppo d’assalto americano.
I russi stanno “confondendo”  dei droni americani che  sono stati fatti  decollare per “illuminare” l’area del conflitto.
Le navi da guerra cinesi in operazioni  nel Mediterraneo hanno ricevuto l’ordine di unirsi alla  marina russa nel caso di un imminente attacco in Siria.
La situazione militare in Siria e attorno ha ormai raggiunto il livello di guardia. Il presidente americano si accinge a prendere decisioni la cui portata e la cui pericolosità sono inimmaginabili.
Le accuse ad Assad di avere bombardato con armi chimiche il centro di Douma non sono né provate né sensate.  Il rischio di uno scontro diretto con la Russia, su qualcuno degli scenari che sono già da tempo in fibrillazione, è imminente. La Russia ha già messo in stato di allarme tutte le sue difese, su tutti i fronti.
Pubblico qui l’appello di Giulietto Chiesa:
Di fronte al silenzio e alla menzogna del mainstream italiano e occidentale, noi blogger italiani facciamo appello, tutti insieme, ai partiti italiani, affinché si esprimano immediatamente chiedendo al nostro alleato principale di non commettere altre sciocchezze e di attendere il risultato di una commissione internazionale che accerti le responsabilità.
Washington non può essere il giudice supremo. Né vogliamo correre il rischio di essere trascinati in guerra senza sapere il perché.
Per questo pubblichiamo, tutti insieme, questo comunicato. Abbiamo ormai la forza informativa  congiunta non meno grande di un grande quotidiano nazionale. Facciamola valere.
Giulietto Chiesa e Pandora TV

Abbiamo già dato

Fertilia, piccolo centro razionalista situato di fronte alla catalana Alghero, è stata una città laboratorio del Novecento e conserva le tracce delle grandi questioni del secolo breve: architetture di regime, trasformazioni antropiche del territorio, politiche di memoria e di rimozione, flussi migratori, processi di riforma fondiaria, contaminazione culturale, politiche di accoglienza e integrazione.

… Questo progetto venne approvato nel 1937  e fu realizzato tra il 1939 e il 1941 con l’edificazione del Palazzo Comunale con la Torre Littoria, della Casa del Fascio, dell’albergo, dell’edificio postale, della chiesa parrocchiale, della caserma dei carabinieri e della milizia, della sede degli uffici di bonifica. I lavori proseguirono nonostante grandi difficoltà ma, una volta scoppiata la guerra, si interruppero bruscamente. Fertilia rimase incompiuta.

I miei erano ferraresi doc: mia madre è andata a scuola a Copparo mentre mio padre tifava per la Spal. Qua c’erano i sardi, i veneti, i corsi, poi gli istriani. Spesso non ci capivamo, anche a scuola con gli algheresi. Quando una bambina ferrarese stava male arrivava il medico, ma era sardo, e alla bambina faceva domande in sardo, e lei non capiva, rispondeva in ferrarese, e i due non si capivano, così la bambina continuava a piangere. Avevamo difficoltà a capirci con tutti. Quando i sardi ci parlavano e noi dicevamo che non avevamo capito, loro ci dicevano “Mi sono capito io”. Ah, va bene, allora risponditi da sola, se ti sei capita tu! Noi abbiamo sempre continuato a parlare ferrarese, ancora adesso con mia madre parlo  ferrarese.
Mirella R.

Capitolo secondo: «Qui nel 1947 la Sardegna accolse fraterna gli esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia», così come la presenza di vie intitolate a Fiume, Pola, Cherso, Orsera, Rovigno, Trieste, Dignano, Zara, Parenzo, sono una chiara manifestazione delle politiche culturali concretizzatesi nel secondo dopoguerra dopo l’arrivo, soprattutto tra 1948 e 1952, di oltre 500“nuovi abitanti”[1].


Giuseppe Muroni, Fertilia, l’ultima città del duce. La voce dei ferraresi di Sardegna nella periferia di regime, in “Clionet. Per un senso del tempo e dei luoghi”, 2 (2018)
[03-04-2018]. http://rivista.clionet.it/vol2/societa-e-cultura/architettura/muroni-fertilia-ultimacitta-
del-duce.

  1. Si veda il video de “La Settimana Incom” del 28/08/1952: A Fertilia rivive Pola
    (https://www.youtube.com/watch?v=ZJcL7t_pUmM).
  2. https://youtu.be/iVLX73I_nY8