Avevamo appena finito di deprecare i mutamenti nelle modalità del commercio (che hanno portato alla scomparsa dei rapporti umani conseguenti) che è saltata fuori l’ennesima norma UE
Anna Lombroso per il Simplicissimus
Con sollievo leggo della crisi dei centri commerciali, coi loro smisurati parcheggi ormai deserti, i lungi corridoi espositivi polverosi, dell’abbandono in cui versano le nuove cattedrali dove si officiava la liturgia del consumo, che avevano sostituito piazze e corsi di paese dove la gente si incrociava e si dava appuntamento in scenari di cartapesta e stagioni artificiali e sempre uguali. E allo stesso modo non mi piacciono i supermercati: meglio il mercato di rione scomparso, perfino la botteguccia sotto casa, sguarnita e cara come bulgari dove con la serranda mezza abbassata implori il cingalese ermetico di darti le sei uova per una frittata d’emergenza, di gran lunga preferibili a quella colonna sonora di annunci e musiche ambient, a quelle luci che confondono, a mappe incerte che rendono irrintracciabili prodotti e merci tra meste coppie con lei che vieta al marito l’acquisto di salamini punendo l’eterno…
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