Che prima della Fornero il sistema pensionistico italiano fosse perfettamente sostenibile, soprattutto nel lungo periodo, a causa delle riforme precedenti (anzi perfino troppo sostenibile visto che il sistema contributivo attuale garantisce, per chi arriverà a prenderla, una miserabile pensione da fame incompatibile con i diritti sanciti dalla Costituzione) e che tutta la martellante propaganda mediatica in proposito si fonda su menzogne e fakenews, ce lo dice perfino un rapporto della Commissione Europea dell’epoca in cui si parla, a pag. 50, di “debito implicito”, cioè debito dello Stato di lungo periodo comprensivo degli impegni assunti in materia previdenziale.
Come si vede nella figura, i debiti impliciti degli Stati dell’Unione Europea secondo lo stesso modo becero di pensare della Commissione, sono considerati tutti “non sostenibili”, eccetto (incredibile ma vero!) proprio quello dell’Italia (simbolino IT cerchiato in blu a sinistra della linea rossa di non sostenibilità) e della Lituania.D’altronde, nonostante TG, giornali, talk show (e Boeri) ripetano all’unisono 24/7 che la spesa per pensioni è insostenibile, in crescita esponenziale e minacciando scenari apocalittici se non verranno attuate le “sacre” prescrizioni di Governo e UE, gli stessi dati del Governo ci raccontano tutt’altro: la spesa è destinata a calare vistosamente pur in presenza di un numero di anziani con un trend in forte crescita.
L’obiettivo della Fornero dunque non era tanto e solo aumentare l’età pensionabile ma
- Avviare il processo di taglio retroattivo delle pensioni in essere scardinando l’art.38 della Costituzione
- Favorire il colossale business dei fondi pensione privati, sulla pelle dei lavoratori, che saranno anche scippati del proprio TFR per far fronte ai tagli
Se infatti la Fornero avesse, fin dal 2011, tagliato i trattamenti dei pensionandi del 30%, la cosa sarebbe stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta. Invece ha agito in 2 fasi: prima ha aumentato l’età a livelli assurdi e poi ha consentito di tornare circa all’età di prima con un taglio del 30%, tramite il meccanismo perverso dell’APE.
Quindi i classici 2 piccioni con una fava: si tagliano retroattivamente le pensioni bypassando la Consulta perché ora fanno apparire il meccanismo come una “opportunità” e si fa un colossale regalo a banche e assicurazioni che incasseranno dall’APE una rendita parassitaria miliardaria (e a rischio zero, visto che il tutto è garantito dallo Stato), dunque abbiamo il cosiddetto “pasto gratis” (per la finanza N.d.R.) che, secondo le teorie neoliberiste, non dovrebbe esistere.
Leggi tutto su http://appelloalpopolo.it/?p=36773
Inoltre non viene mai citato da nessuno un altro dato relativo all’aspettativa di vita, che pure l’ISTAT pubblica, che è la speranza di vita in buona salute, cioè in assenza di malattie gravi e/o invalidanti.
Notiamo che oggi in Italia, la speranza di vita in buona salute (e quindi verosimilmente quella in cui si è in condizioni fisiche decenti per poter lavorare mantenendo gli elevati livelli di produttività richiesti dalle aziende) varia tra i 57 e i 59 anni.
Questo vuol dire che già oggi esiste all’incirca un decennio critico in cui i lavoratori non sono più fisicamente in grado di lavorare ma non hanno neanche i requisiti per andare in pensione. Una bomba sociale ad orologeria che ha e avrà sempre più conseguenze umane e sociali devastanti! Non è dunque una questione di pochi “lavori usuranti”, come riporta banalmente la propaganda, ma una situazione ordinaria per la grandissima parte dei mestieri e delle professioni.
fonte: scenarieconomici.it
"Mi piace""Mi piace"