4 pensieri su “Cronache Marziane

  1. Abbiamo aggiunto i due editoriali del 1995 a quelli di bondeno.com, che trovate nella pagina del menu generale (sopra), e ci siamo stupiti della loro attualità. Riportiamo qui il primo:
    ABBIAMO GIA’ DETTO (E DATO)
    Come sa chi ci ha seguito fin dal primo numero (gli arretrati sono sempre disponibili). Cronache Marziane aveva sospeso le pubblicazioni per dedicarsi ad argomenti monografici (fumetti, musica, letteratura. elezioni, sesso, gioco): a distanza di due anni sentiamo il bisogno di alcune “puntualizzazioni” (come si può’ notare anche dai nuovo sistema dì indicizzazione)’ l’argomento più scottante ci sembra quello dei soldi e con quello iniziarne il primo numero di questa nuova serie.
    Iniziamo dalla copertina: da tempo sostengo che si male de! secolo è l’AIDS, inteso come Sindrome da Immane Deficienza Acquisita { e di questo abbiamo dato ampia prova nei numeri precedenti di Cronache) il resto della copertina e improntato ai toni scandalistici delle innumerevoli pubblicazioni che affollano le edicole e non manca neanche la solita donna nuda (Espresso e Panorama docent) che qui però ha un senso effettivamente Selèn (oltre che essere un vanto locale: è di Ravenna, pubblica la sua rivista un editore dì Argenta, si esibisce spesso ali’ Armony di Bondeno) dimostra in cosa eccelle l’Italia (frodi a parte)
    Il bilancio dello Stato ci piacerebbe che fosse pubblicato, almeno per sapere dove vanno a finire i nostri soldi, ma non esiste un bilancio globale dello Stato; vengono forniti , di volta in volta te spese di questo o quel comparto ma in maniera non analitica. Facciamo un esempio: in questi giorni i! Ragioniere generale dello Stato ha detto che la spesa per le pensioni di quest’anno sarà di 305 000 miliardi E’ un dato interessante perché ci vogliono fare credere che tutti i mali dell’Italia dipendono dalia spesa pensionistica (interessante gioco di prestigio de! media: guardate qua, cosi non vedete là (per esempio art.3)). Ora, a parte che. per stessa ammissione dell’ INPS tale spesa è coperta dalle corrispondenti entrate (e io sarebbe fino a! 2000. anche senza riforma), se anche da domani non pagassimo più pensioni, rimangono 1 700.000 miliardi di deficit; e questi da dove vengono?
    Altra menzogna dei media { e continua ad esserci chi ci crede) ogni italiano ha 31 milioni di debito pubblico da pagare, ma li abbiamo già pagati (cfr # 2)’ Sempre sul tema pensioni, leggete con attenzione l’art. 1 ha il pregio di contenere un’opinione controcorrente, ma documentabile (art.5).
    Insomma i soldi ci sono, eccome! (nn 7.8.9.10. 12. 18.) però rimangono al!’ estero ( # 6, 9); eppure in Italia si fa di tutto per favorire i poveri ricchi niente superbollo per i fuoristrada, niente contributo delle aziende per la Cassa di integrazione ( #11), niente tassa della salute per i redditi oltre 150 milioni (che aumenta invece a! 6,6 per quelli fino a 40 milioni (cfr #13 ) ma non c’era un articolo delLa Costituzione ohe diceva che ognuno deve contribuire in misura proporzionaie ai suo reddito? In compenso i ricchi godono dei “benefici” de! servizio sanitario nazionale “gratuito”.
    Sempre pensando a loro, si aumenta l’Iva sui pane e si diminuisce quella sugli astici,
    ostriche, aragoste, champagne #13; e si presta denaro, in cambio di garanzie “politiche” (# 21: “sofferenze” è un eufemismo per dire crediti inesigibili)
    Da notare che le provìnce più esposte ai fenomeno sono quelle rneridionali dove è anche più alta l’evasione fiscale (# 23); ma ci si guarda bene dai rimuovere i vertici di questi istituti bancari, anzi, già che ci siamo , mandiamogli un altro po’ di miliardi {#22) da pagare con la solita stangata, stavolta anticipata (#1 7) .
    Per concludere un interessante articolo di A Penati (#24) che si domanda ( e meno male che che c’è’ la Confindustria a chiederselo) fino a quando (usque tandem… ) i lavoratori sopporteranno di lavorare di più a meno.
    A proposito di soldi, per questo numero di Cronache l’offerta è libera.
    Bondeno, 25 aprile 1995

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  2. L’Italia è il Paese con l’età di accesso alla pensione più alta d’Europa, preceduto solo dalla Grecia. Per gli uomini 66 anni e 7 mesi nel settore pubblico, nel privato e per il lavoro autonomo. Per le donne 66 anni e 7 mesi nel settore pubblico, 65 anni e 7 mesi nel privato e 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome. In media negli altri Paesi europei si va in pensione a 64 anni e 4 mesi per gli uomini e a 63 anni e 4 mesi per le donne. E il gap è destinato ad aumentare nel prossimo futuro. In media, l’età alla quale gli italiani pensano che andranno in pensione è 69 anni, ma l’età alla quale vorrebbero andarci è 62 anni. Nel periodo 2007-2017 diminuisce dal 47,8% al 40,8% la quota di cittadini convinti che il loro reddito in vecchiaia sarà adeguato, passa dal 23,4% al 31,2% la percentuale di chi è convinto che percepirà un reddito appena sufficiente a sopravvivere, sale dal 18% al 21,7% la quota che ritiene che avrà un reddito insufficiente.
    51° rapporto Censis, dicembre 2017

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