Veleni quotidiani

A fronte della virtualità dell’economia, diventata finanza, sta la materialità del cibo, la cui modalità di produzione e distribuzione è però così profondamente cambiata da avere eliminato la precedente cultura dei rapporti umani.

Lo testimoniano gli articoli precedenti e anche il calendario “Gente di Bondeno”, dedicato quest’anno ai macellai, ne fornisce un esempio ulteriore:

Il pranzo di Natale e la carestia di domani

Infatti dal primo gennaio 2018 la UE ammette la commercializzazione di vermi, insetti e larve per uso alimentare umano

il Simplicissimus

christmas-party-foodLo so che siete impegnati nella preparazione del cenone della vigilia e/o del pranzo di Natale. E so anche che è una cosa sentita e sincera, molto lontana dalle furbizie e narrazioni degradanti che accompagnano la manovra preelettorale appena licenziata, ma anche dalle falsificazioni intellettuali del gusto e del buon gusto di cui si pascono a suon di milioni gli chef televisivi, ovvero i semplici cuochi di una volta a cui lo star system ha regalato un nuovo protagonismo, per far spettacolo, ma al tempo stesso abbassare l’asticella dei sogni, così che se fai il lavapiatti ti senti più gratificato e meno sfruttato e frustrato.

Ma so anche che non vi state chiedendo da dove arriva il cibo che verrà sacrificato alla festa. Non dico che non avete letto le etichette, che alcuni non si siano riforniti di prodotti cosiddetti biologici o definiti a chilometro zero: con quel da dove…

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Pasto gratis 2

rotoballe
Foto Marco Dondi

Stamattina si è inaugurato il centro sport e cultura finanziato con i fondi raccolti da lavoratori e imprese per la ricostruzione dei paesi dell’Emilia Romagna colpiti dal terremoto nel maggio 2012 (https://bondenocom.wordpress.com/2014/01/18/centro-sport-e-cultura/).

Ne aveva già parlato anche Lorenzo Guandalini in un articolo di PiùWeb (https://www.piuweb.net/emilia/bondeno-fe-inaugura-il-centro-polifunzionale-rotoballe/)

 

Còragh

in cui, più giustamente, paragona la struttura modulare a questa.

Per chi è troppo giovane l’oggetto misterioso si poneva a tutela di un pollo appena comprato in attesa di avere tempo per pulirlo prima della cottura (cerimonie considerate educative all’epoca).

Lasciando agli architetti il compito di discutere come mai oggi l’architettura (in genere) è così brutta, mi chiedevo quale possa essere il suo utilizzo (sempre che una domanda del genere oggi abbia un senso); sicuramente non alla cultura.

Al massimo mi pare possa servire per feste di compleanno o per attività sportive in cui sia necessaria una pista circolare al coperto (magari qualche laureato in attività motorie saprà inventare una specialità ad hoc).

Quello che è certo è che, per quanto riguarda il mangiare, i bondenesi sono dei veri professionisti e si intuisce che sicuramente la cucina sarà la struttura più usata.

Nota: non a caso un montacarichi la collega con la parte superiore, quello che mi lascia perplesso è il rumore di ferraglia che fa adesso che è nuovo.

 

Pasto gratis

Che prima della Fornero il sistema pensionistico italiano fosse perfettamente sostenibile, soprattutto nel lungo periodo, a causa delle riforme precedenti (anzi perfino troppo sostenibile visto che il sistema contributivo attuale garantisce, per chi arriverà a prenderla, una miserabile pensione da fame incompatibile con i diritti sanciti dalla Costituzione) e che tutta la martellante propaganda mediatica in proposito si fonda su menzogne e fakenews, ce lo dice perfino un rapporto della Commissione Europea dell’epoca in cui si parla, a pag. 50, di “debito implicito”, cioè debito dello Stato di lungo periodo comprensivo degli impegni assunti in materia previdenziale.

Come si vede nella figura, i debiti impliciti degli Stati dell’Unione Europea secondo lo stesso modo becero di pensare della Commissione, sono considerati tutti “non sostenibili”, eccetto (incredibile ma vero!) proprio quello dell’Italia (simbolino IT cerchiato in blu a sinistra della linea rossa di non sostenibilità) e della Lituania.D’altronde, nonostante TG, giornali, talk show (e Boeri) ripetano all’unisono 24/7 che la spesa per pensioni è insostenibile, in crescita esponenziale e minacciando scenari apocalittici se non verranno attuate le “sacre” prescrizioni di Governo e UE, gli stessi dati del Governo ci raccontano tutt’altro: la spesa è destinata a calare vistosamente pur in presenza di un numero di anziani con un trend in forte crescita.

L’obiettivo della Fornero dunque non era tanto e solo aumentare l’età pensionabile ma

  1. Avviare il processo di taglio retroattivo delle pensioni in essere scardinando l’art.38 della Costituzione
  2.  Favorire il colossale business dei fondi pensione privati, sulla pelle dei lavoratori, che saranno anche scippati del proprio TFR per far fronte ai tagli

 

Se infatti la Fornero avesse, fin dal 2011, tagliato i trattamenti dei pensionandi del 30%, la cosa sarebbe stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta. Invece ha agito in 2 fasi: prima ha aumentato l’età a livelli assurdi e poi ha consentito di tornare circa all’età di prima con un taglio del 30%, tramite il meccanismo perverso dell’APE.

Quindi i classici 2 piccioni con una fava: si tagliano retroattivamente le pensioni bypassando la Consulta perché ora fanno apparire il meccanismo come una “opportunità” e si fa un colossale regalo a banche e assicurazioni che incasseranno dall’APE una rendita parassitaria miliardaria (e a rischio zero, visto che il tutto è garantito dallo Stato), dunque abbiamo il cosiddetto “pasto gratis” (per la finanza N.d.R.)  che, secondo le teorie neoliberiste, non dovrebbe esistere.

Leggi tutto su http://appelloalpopolo.it/?p=36773

Niente di nuovo

La promessa più azzardata del Bitcoin potrebbe consistere non nell’essere una valuta, ma un riavvio di reti finanziarie complesse le cui origini e pratiche risalgono a 500 anni fa.
“Se la storia è una guida, è qua che risiede il potenziale reale del bitcoin: nella sua tecnologia ibrida di strumento di pagamento. Come dimostrano i banchieri mercanti medievali, un nuovo mezzo brillante di registrare e di verificare i trasferimenti monetari può essere un evento rivoluzionario, non solo economico, ma politico.”
Si tratta di piattaforma, di protocolli, non la valuta. La MONETA va e viene (come sempre, mi dispiace ma anche il $ americano se ne andrà, non SOLO oggi), ma le regole dell’impegno SOCIALE rimangono le stesse, mosse dalla necessità a lungo termine di fare cose secondo le NOSTRE stesse condizioni.
Si legga sotto, potrà suonare familiare:
“I mercanti iniziarono a contare i loro debiti gli uni verso gli altri nella loro unità di conto privata, internazionale — l’écu di marc. Non avevano bisogno di coniarla per rappresentare la nuova moneta, questo era il gioco di ieri. Invece ostentavano lettere di cambio — scritture contabili di saldi creditizi. Tale era la fiducia che ognuno aveva nell’altro che non era richiesto alcun collaterale per coprire questa cartamoneta senza Stato – un conclave trimestrale alla grande fiera di Lione, dove i saldi positivi potevano convenientemente essere compensati. Fu una realizzazione straordinaria, niente meno che la creazione di una moneta privata per effettuare i pagamenti su scala continentale. Non era insolito, scrisse un osservatore dell’epoca, vedere “un milione di lire saldate in una mattinata, senza un solo soldo che passasse di mano in mano.”

https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2017/12/06/bitcoin-e-il-suo-precedente-del-xvi-secolo-lecu-de-marc/

Aggiungi un posto a tavola

Ladro scassina la porta, accende il camino e si mangia due uova sorseggiando liquore. E’ accaduto a Camposanto, in una località di Bosco Saliceta, protagonista un 20enne di San Felice di origine marocchine, arrestato pe rtentato furto in casa di un uomo di Medolla. Lo racconta la vicina di casa su Facebook.

Ore 23.30 via Chiaviche. E’ stato arrestato un ragazzo già noto alle forze dell’ ordine che è entrato nella casa vuota,del mio vicino, sfondando la porta dietro, e si è messo comodamente a dormire sul divano, acceso il camino, mangiando uova e bevendo liquore. Vamola’ che bell’elemento.

E in effetti nella notte tra sabato e domenica i Carabinieri hanno arrestato un giovane di 20 anni, di origine marocchine, trovato nell’abitazione vuota di un medollese. Il ragazzo era ubriaco e si era addormentanto davanti al tepore del camino dopo che aveva cenato e pasteggiato come fosse a casa propria. Dopo aver sfondato la porta di casa, era andato ala ricerca di beni da rubare e visto che faceva freddino, aveva acceso il camino. In cucina si era cucinato un paio di uova, e se l’è mangiate bevendo un liquore di marca. Una coppia di amici del proprietario l’ha trovato lì, che dormiva beato. Hanno chiamato i Carabinieri che lo hanno perquisito e gli hanno trovato della droga addosso e lo hanno arrestato per tentato furto.

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Lavoro

L’80% degli avvocati e il 74% dei consulenti del lavoro indica nel mancato o ritardato pagamento della prestazione da parte di clienti il principale problema che il professionista ha dovuto affrontare negli ultimi due anni svolgendo la propria attività. Seguono per entrambe le professioni il peso crescente dei costi sostenuti per motivi burocratici (il 66% degli avvocati, il 47% dei consulenti), mentre al terzo posto gli avvocati collocano il calo della domanda (45%) e i consulenti l’aumento della concorrenza sleale da parte di chi lavora in nero o chi offre prestazioni e servizi professionali pur non avendo le idonee qualifiche (40%). Una evidenza dello stato di disagio in cui si trova il mondo delle libere professioni è del resto fornito dall’andamento di lungo periodo della quota di giovani sul totale dei liberi professionisti. Complice certamente la crisi, tra il 2006 e il 2016 sembra appannarsi l’attrattività della libera professione: il numero dei liberi professionisti under 40 in Italia si è ridotto di circa 10 punti percentuali, mentre in termini assoluti, a fine periodo, si registrano 20.000 unità in meno. La variazione negativa sul totale degli occupati con meno di 40 anni è del 27,1%, mentre tra il 2013 e il 2016 si assiste a un deciso rallentamento nella tendenza, fino a quell’anno crescente, della quota dei giovani professionisti sul totale dei giovani occupati (intorno a 5,4 professionisti su 100 giovani occupati).

http://www.censis.it/censis/browse/7?shadow_comunicato_stampa=121143

Cronache Buranesi

IL CENTRO DI BURANA NEL 1955, ovvero
FUNERALE CIVILE NELLA “PICCOLA RUSSIA” !

Al di là dell’evento socio-politico di cui parlerò dopo, è molto significativa e preziosa questa prima foto, in quanto raro documento che ci rappresenta dal vero il nostro centro-paese nel luglio del 1955. Alla destra della strada provinciale già asfaltata, notiamo la pesa pubblica davanti all’officina dei f.lli Chiarabelli, seguita dalla tipica sagoma della cabina di proiezione, posta davanti del cinema teatro Fulgor del signor Lodi, con i tabelloni che pubblicizzano i film in programmazione. Segue poi la sequela dei Bar, Galliera, Freddi, Nerina e degli altri negozi di cui ho già dettagliato precedentemente. In fondo, nel Palazzone, sono abbastanza evidenti le tre attività commerciali, Tabacchi, Osteria e Drogheria della famiglia di Eugenio Berlato. Trovo interessantissima la visione degli edifici sulla parte sinistra. Da notare che il primo ad essere edificato fu la Casa del Fascio, attuale caserma CC, nel 1936, quando tutta questa parte era ancora terreno agricolo della grande possessione Zanluca, divisa dalla strada da una folta siepe di rovi che costeggiava un ampio fossato, rimasuglio dell’antico corso del canale Bondiolo che si gettava nel Burana attraverso la storica chiavica del Malaguzzo, a quell’epoca già scomparsa da tempo e nei pressi dov’era la quale, in questa foto di inizio luglio del 1955, vediamo il grande edificio che ha ospitato le famiglie di Umberto e Bruno(Astolfo) Bergamini, con le loro attività di macelleria e forno/panetteria. Tornando verso l’osservatore, si intravvede la Caserma, vuota perchè proprio 5 mesi prima, nel gennaio ’55, la celere intervenuta in massa, aveva sgombrato l’edificio dagli “ocupanti” che ne avevano fatto, dal primo dopoguerra, la sede della Casa del Popolo del paese. Più in qua possiamo osservare la palazzina dove si insediarono i conosciutissimi meccanici mantovani, i fratelli Bianchini, Franco(Luciano) e Lino(Napoleone). Troviamo poi la nuova costruzione dell’invalido di guerra Coletti Orfeo, il quale sarà designato ufficiale di posta del paese e che allestirà e gestirà per alcuni decenni, l’ufficio pubblico proprio al piano terra di questa sua dimora. Accanto si può notare la casa negozio che fu la drogheria dei mantovani Buelloni e attuale Zaniboni. Non era ancora stata edificata l’altra parte di questo edificio che diverrà poi la ferramenta dell’invalido Alfio Grechi, al suo posto ancora le piante di alberi da frutto. Non si vede l’abitazione che esiste a sinistra della strada in primo piano, di cui si vede però il cancello d’entrata, sulla soglia del quale si distingue inconfondibile la sagoma di Giuseppe Mori (Jusfon per gli amici) che con la sua bici sta facendo ritorno presso la sua dimora e officina, essendo egli stato lo storico fabbro del paese, cresciuto professionalmente presso la grande azienda dell’indimenticato Achille Sani che fu appunto anche una preziosa fucina dei tanti artigiani del paese che si fecero le ossa proprio al servizio dello storico magnanimo proprietario terriero della Cà Verde.
Ora veniamo all’evento documentato nella foto, trattasi del funerale di Saverio Bagnolati, morto a soli 49 anni e che era cugino del Luigi Bagnolati che nel ’21 a Livorno, assiema a Gramsci, Togliatti e all’altro buranese della via Bassa, Spero Ghedini, fondarono il Partito Comunista d’Italia. Come si vede non ci fu il supporto religioso alla mesta cerimonia che era accompagnata dalle bandiere rosse del partito, abbrunate. Viene inevitabilmente alla mente un altro funerale simile ma molto più movimentato, sempre di quel periodo. Per l’estremo saluto alla salma di un certo Casari, era stato garantito al prete di allora, il dinamico Don Enzo Beccati, che al rito funebre non sarebbe stato presente alcun simbolo di partito. Non fu così. Quando al corteo si accodarono le badiere rosse con la falce e martello, un inviperito Don Enzo prese energicamente per un braccio il chierichetto che gli stava accanto, l’attuale vivo e vegeto C.DV. (che proprio ieri mi ha confermato la sequenza nei dettagli) e una volta recuperato l’altro chierichetto che apriva il corteo con il Crocefisso, furente se ne tornò in canonica, abbandonando il mesto corteo al suo destino. Il nostro indomito “Don Camillo buranese” non aveva dunque niente da invidiare al suo più famoso collega di Brescello descritto dalla penna di Guareschi. La nomea di “Piccola Russia” il paese di Burana non se l’è conquistata a caso e ce lo conferma pure, nel suo libro sulla storia della nostra frazione, “Burana 1861-2011”, scritto con il comandante Edmo Mori, l’ex sindaco Bracciano Lodi : “Burana paese, a causa del folto gruppo antifascista di area socialista e poi comunista, politicamente guidato prima da Luigi Bagnolati e poi da Spero Ghedini, ancor più di Pilastri, Gavello e Scortichino, nei quali la reazione al regime è stata ugualmente tenace, nella convinzione collettiva e di chi ha retto il potere dopo gli anni Venti, si è guadagnato il titolo di “Piccola Russia”. Tale convincimento potrebbe essere una delle cause, se non la principale, in forza della quale, a metà degli anni Trenta, quando il Partito Nazionale Fascista, ….., ha decretato, che proprio a Burana, doveva essere costruita una Casa del Fascio”.
Ma anche dal primo dopoguerra erano in molti quelli che consideravano Burana una sorta di enclave comunista, arrivando a marchiare indelebilmente con la “falce e martello” addirittura la chiesa del paese del “povero” Don Enzo che indomito celebrò il primo matrimonio del dopoguerra unendo la coppia buranese Ido Poletti e Onelia Paganini che posaro per questa storica foto davanti il portone della chiesa, sotto l’egida del simbolo comunista, come mostra chiaramente la foto.

* Ringrazio vivamente l’amico Alan Vincenzi per la gentile concessione delle prime due foto, riguardanti il funerale di suo nonno.

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Lorenzo Berlato