Un mall della bellezza senza residenti, ma solo clienti. Clienti che sono sempre più poveri e in numero sempre più ridotto. Proprio perché viene meno quel tessuto diffuso di beni artistici e paesaggistici, per far posto a imitazioni delle città e dei loro palazzi, perfettamente sovrapponibili a Milano come a Dubai, in Sicilia come in Minnesota.
Anna Lombroso per il Simplicissimus
Ci sono notizie che esplodono come bombette puzzolenti lanciate da bulletti dentro ai cinema di periferia. Poi sembrano scomparire, il lezzo si affievolisce, i giovinastri pare si producano in altri miasmi. Invece bisogna stare attenti perché il pericolo di essere asfissiati non passa. Succede con certe provocazioni lanciate per tastare il terreno, con certi annunci governativi sotto forma di promesse che al contrario sono minacce. Succede anche con progetti infami che si compiono sotto traccia nel silenzio complice dell’informazione.
Capita così che non sappiamo più nulla di quel centro agroalimentare promosso dalla regione Umbria, dal Ministero delle politiche agricole e dalla Nestlé, capofila nella raccolta fondi, ma perlopiù finanziato con fondi della Protezione Civile peri via della sua profittevole qualità sociale di “struttura temporanea e reversibile” (sic) “organizzata in una logica di rinaturalizzazione del sito” e che dovrà ospitare attività commerciali e di ristorazione a Castelluccio…
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