Lontani da Roma

Le drammatiche notizie che arrivano dal Centro Italia tengono incollate tante persone alla televisione qui dalle nostre parti, dove si rivive purtroppo quanto accaduto con il terremoto emiliano.

Non poteva passare inosservato, quindi, il lungo discorso sui terremoti pregressi che è stato fatto oggi dal Tg5, che ha rievocato i più intensi sismi d’Italia. Dimenticando però, il nostro, come si vede dalla schermata in cui si elencano.

 

Perchè accade, al Tg5 come in tante altre testate nazionali? Per una serie di motivi, verrebve da dire. Perché qui ci sono stati meno morto che altrove, perché l’idea dominante è che qui ne siamo usciti fuori velocemente e perchè la Bassa è troppo lontana da Roma, è periferia ddell’impero.

Così, del nostro terremoto non si parla più, un destino che dividiamo con chi è più periferico di noi, i friulani.

Oggi quella schermata è rimasta in onda a lungo. Abbastanza da essere vista da tante persone. Quindi tanti emiliani si sono arrabbiati e, come ha fatto ad esempio Riccardo Zanini da Concordia sulla Secchia, hanno scritto mail di protesta al telegiornale Mediaset.

“LETTERA INVIATA AL TG5

E’ con estremo rammarico che scrivo queste righe.
Da terremotato dell’Emilia, sono semplicemente indignato, nel non ritrovare nella vostra tabella pubblicata durante l’edizione straordinaria di oggi, i terremoti che hanno colpito l’Emilia il 20 e 29 maggio 2012.
La ritengo una cosa vergognosa, visto che anche noi abbiamo pagato il nostro tributo di sangue e i tantissimi danni che, a tutt’oggi, lasciano la nostra zona, la “bassa Modenese”, ancora con ferite che richiederanno anni, decenni per poter essere curate”.

I lettori ci segnalano che anche in Rai, durante la trasmissione di Massimo Giletti, è stata dimenticata l’Emilia.

 

E nell’occasione noi, nel nostro piccolo, vogliamo qui ricordare chi troppo spesso viene dimenticato. Gli uomini e le donne che sono morti a causa del sisma Emilia 2012.
Paolo Siclari (37 anni) Biagio Santucci (24) Matteo Serra (40) Giordano Visconti (33) Mauro Mantovani (64) Enea Grilli (66) Eddi Borghi (40) Vincenzo Iacono (39) Hou Hongli (33) Daniela Salvioli (44) Iva Vanna Contini (54) Enzo Borghi (72) Gianni Bignardi (55) Mohamad Azarg (46) Kumar Pawan (31) Sergio Cobellini (68) il parroco don Ivan Martini (65) Nicola Cavicchi (35) Leonardo Ansaloni (51), Gerardo Cesaro (55)

 

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2 pensieri su “Lontani da Roma

  1. E mentre il terremoto occupava le prime pagine, in Belgio il Ceta ha trovato le resistenze del Parlamento della Vallonia, uno degli stati federali che costituiscono il Paese. Oltre alle preoccupazioni per l’impatto sul modello agricolo della regione e per i diritti dei lavoratori, il sistema sanitario e le norme a protezione dei consumatori e dell’ambiente, si nutrivano perplessità sul sistema di arbitrato previsto dal Ceta in caso di controversie commerciali. La Vallonia si opponeva all’idea di farle gestire da privati, aggirando così gli Stati. Alla fine ha ottenuto che le dispute saranno sottoposte ad una giurisdizione interamente pubblica. La Vallonia ha ottenuto anche la possibilità di procedere a una valutazione, su intervalli regolari, degli impatti socio-economici e ambientali dell’applicazione provvisoria del Ceta.Infine ha ottenuto che la Corte di giustizia dell’Ue si pronunci sulla compatibilità con le regole comunitarie dell’Ics, il tribunale per la risoluzione delle controversie tra multinazionali e Stato.
    http://www.lastampa.it/2016/10/30/economia/firmato-il-ceta-nasce-laccordo-di-libero-scambio-tra-lunione-europea-e-il-canada-dWRRUUGIbxZlJ7zsiUys1J/pagina.html

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  2. A causa del sisma dello scorso 30 ottobre, il tratto finale della coda del grande dinosauro esposto al Museo Geologico “Capellini” dell’Alma Mater di Bologna si è staccato dal resto dello scheletro. Il Sistema Museale di Ateneo ha assicurato l’impegno per il ripristino del reperto.

    Il tratto finale della coda del diplodoco si è staccato dallo scheletro, rimanendo comunque sospeso in aria, assicurato al soffitto da fili metallici. La frattura è stata probabilmente causata da un’oscillazione discorde dal resto della coda, ancorato anch’esso al soffitto, ma solidale col corpo dello scheletro, appoggiato al pavimento.
    In sostanza, ha spiegato Gian Battista Vai, responsabile scientifico museo, all’Ansa, “un classico colpo di frusta”. Il presidente del sistema museale d’Ateneo, Roberto Balzani, ha assicurato l’impegno per il ripristino della coda fratturata. Lungo 26 metri e alto 4, il Diplodocus Carnegie non è un fossile originale, ma una riproduzione preziosa da esposizione che fu donata all’Italia dal magnate americano dell’acciaio Andrew Carnegie nel 1909.

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