Un pensiero su “Non è buio ancora

  1. Per Jean Baudrillard di reale non è rimasto più nulla. Viviamo “l’estasi della comunicazione”, dove i mezzi di comunicazione più che comunicare costruiscono, edificando per noi un nuovo ambiente, una “realtà elettronica” di pura simulazione. Le immagini, quindi, vengono riprodotte da altre immagini e altre ancora, in “un reale senza origine o realtà: un iperreale”. Così facendo, vanno a sostituire la realtà: “le immagini sono assassine del reale”. Tutti i significanti sono copie di altre copie che, nella loro incessante riproduzione, hanno finito per smarrire gli originali. Ed ecco che le immagini senza i propri referenti, i simboli senza i propri modelli di riferimento, non possono diventare altro che simulacri. In tale condizione, non esiste più l’eventualità che i segni o le immagini “tradiscano la realtà”. Non può esistere più alcun concetto di ideologia. “La storia ha cessato di significare, di riferirsi a qualcosa – lo si chiami sociale o reale. Siamo approdati a un genere di iperreale in cui le cose sono riprodotte all’infinito.” Viviamo, dunque, in un mondo immaginario più reale della realtà stessa. Le immagini di cui ci cibiamo quotidianamente “hanno cancellato dalle nostri menti l’idea che al di là di tali immagini e simboli esista un mondo oggettivo.”
    https://ilconformistaonline.wordpress.com/2016/08/11/abbiamo-bisogno-di-complessita/

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