di Sergio Di Cori Modigliani
L’uso del termine “cui prodest”, tempio assoluto dei complottisti e dietrologi di ogni età, ceto, genere e ideologia, nei tempi attuali non ha più alcun senso. La manipolazione dell’opinione pubblica, la conseguente falsificazione della realtà e dei dati oggettivi, ha raggiunto un tale livello per cui diventa sempre più arduo ottenere o comunicare informazioni, dato che l’opinione personale ha sostituito i fatti oggettivi. Di conseguenza è difficile comprendere il quadro reale degli eventi, chi c’è dietro, davanti, a fianco. Anche perché la realtà è diventata sempre più intricata e soltanto la complessità (l’analisi, la discussione e il confronto) può aiutare a comprendere il teatro reale sul quale va in scena lo spettacolo socio-politico planetario. A questo bisogna aggiungere il nefasto contributo dei social, basati su un dispositivo geniale quanto diabolico: l’emotivizzazione radicale dei contenuti. Qualunque sia l’argomento preso in esame, dopo un iniziale scambio (apparentemente) civile e contenutistico, si finisce sempre a pesci in faccia, slogan, annunci di partito, frotte di tifosi contrapposti che si scannano insultandosi. Il disagio sociale (collettivo) e quello psicologico (privato e individuale) hanno trasformato le piazze virtuali in giganteschi contenitori delle turbe (consce o inconsce che siano) di tutti noi che vi partecipiamo. Lo sfogo del pollaio ha preso il posto dell’agorà che si scambia informazioni e contenuti. L’autentico scambio, ormai, avviene in altre sedi: dentro la realtà. Facebook e twitter sono un matrix. Per questo funzionano a meraviglia. E forse per questo è stato creato.
Leggi tutto: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.com/2016/07/brexit-presenta-il-conto-dopo-la-fuga.html
Per cui, come abbiamo sempre detto, credete solo in ciò che potete verificare personalmente (sul territorio di Bondeno è ancora possibile) e evitate di giudicare per “partito preso” o secondo “la comune opinione” ampiamente diffusa dai media.
l’informazione globale rifugge dal tentativo di dare un senso alle cose, agisce sull’emotività proprio per evitare che le opinioni pubbliche si spingano oltre il recinto de dei luoghi comuni e delle reazioni immediate. Così ad esempio la questione dei profughi è lasciata o ai più bassi e miserabili istinti identitari e xenofobi o a uno spirito di accoglienza spontaneo che si scontra con i primi, ma senza organizzarsi e imporre alla Ue di togliere le sanzioni nei confronti della Siria a cui oggi è dovuta una consistente parte della migrazione.
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2016/07/05/lo-strano-caso-del-dottor-johnson-e-di-mister-farage/
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C’è chi, non potendone più di ascoltare opinioni che giudica assurde e nefaste, stacca la spina dalle comparsate televisive di politici e opinion makers, diserta la lettura dei giornali in cui dal pulpito degli editoriali vengono ammanniti sermoni moralistici improntati al più bieco conformismo, non mette piede nelle sale cinematografiche che offrono pellicole di registi unidirezionalmente “impegnati” a recare il proprio contributo al clima culturale dominante. Ma tutti, o quasi, questi reprobi malpensanti esprimono il loro disagio esclusivamente by default, in forma di rifiuto, di astensione, di distacco. Il loro modo di dire no all’andazzo corrente è il silenzio. La defezione. Il “non ci sto”. Il motivo di questo ripiegamento su se stessi di gran parte degli avversari dello Zeitgeist della nostra epoca è facilmente individuabile, e anche comprensibile. In tempi che pullulano di insegnanti pronti a censurare le idee “cattive” degli allievi, dalle elementari all’università, di giornalisti che si fanno un vanto di mettere alla berlina comportamenti non a norma con i codici del retto pensiero, di attivisti del politicamente corretto che in ogni sede e con i mezzi più vari, inclusa la violenza, si sforzano di impedire alle opinioni altrui qualunque canale di espressione, viene spontaneo giudicare eccessivo il prezzo da pagare per esporsi, per battersi allo scopo di arginare, e se possibile rovesciare e invertire di segno, l’attuale andamento delle cose.
http://www.controinformazione.info/la-sfida-metapolitica-ai-dogmi-del-pensiero-unico-mondialista/
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L’intenzionalità dell’azione umana ha un raggio d’azione limitato. La libertà individuale finisce dove comincia quella degli altri, ma si potrebbe dire anche che l’intenzionalità di un’azione finisce quando si incontra con l’intenzionalità degli altri. All’interno della rete sociale, l’intenzionalità individuale si diluisce, e un soggetto super partes capace di direzionare un’amplissima moltitudine di intenzionalità singole, per di più in maniera occulta, semplicemente non può esistere. L’azione collettiva è un risultato non intenzionale di interazioni intenzionali a livello individuale….
Esistono colossi aziendali (settori energetico, informatico, della grande distribuzione) che hanno fatturati di gran lunga superiori a PIL di Stati nazionali e non riconoscere che questi possono trattare alla pari, se non dall’alto in basso, almeno con i piccoli Stati è ingenuo quanto credere alle teorie del complotto. Queste ultime lanciano un’indiretta ma fortissima critica a un modello di sistema economico che genera storture, accusandolo di essere lontano dagli interessi dei molti e vicino agli interessi di pochi.
Le teorie del complotto rappresentano una sorta di bestemmia contro ciò che viene avvertito come un potere lontano e dispotico, un impotente e frustrato grido di ribellione contro un ordine odiosamente immutabile, che schiaccia. Le teorie del complotto sono il prodotto grezzo di un incontro inedito: un sentimento collettivo di frustrazione implementato da una nuova tecnologia, la rete. Forse non sono tra le più eleganti espressioni di critica ai sistemi totalitari come possono essere stati 1984 di Orwell o The Wall dei Pink Floyd (che difficilmente liquideremmo come opere di complottisti), ma sono comunque una nuova forma di espressione, a tratti addirittura inconsapevole, in quanto frutto di un’azione collettiva non del tutto intenzionale, di forte critica al potere costituito e al sistema economico ad esso intrecciato.
http://gabriellagiudici.it/francesco-suman-teorie-del-complotto/#more-31184
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A me sembra ovvio che non tutte le disgrazie del mondo avvengono perché le ha programmate una entità oscura, ma mi sembra altrettanto chiaro che quando avviene una disgrazia c’è sempre un coro che la imputa alla fatalità; quel coro è forte e proviene dal lato del potere, e sopratutto del potere culturale.
A guardare bene si scopre che invece quasi sempre delle cause ci sono e che non raramente queste cause sono riconducibili a interessi che sono tutelati da potenti lobbies se non da logge segrete.
Un esempio classico è quello dei terremoti: solo un malato di mente può pensare che sia colpa di qualcuno, eppure…
eppure, là dove la gente vive o viveva in tende e capanne, nessuno moriva di terremoto,
eppure, si vedono tante case crollate ma accanto alcune case sanissime.
eppure, a S. Francisco e in Giappone si hanno terremoti fortissimi in cui non muore nessuno, perché quasi tutte le costruzioni sono efficacemente antisismiche,
eppure, in posti come l’Abruzzo in cui le case sono costruite malissimo la tradizione era quella di evitare di stare in casa e di dormirci quando la terra trema, ma qualcuno molto autorevole ha detto in TV che più trema e più si scarica energia e si sta sicuri,
eppure, si autorizzano prelievi e iniezioni nel terreno svuotando e riempiendo cavità sotterranee, si autorizzano esplosioni sotterranee senza serie valutazioni di come ciò alteri la risposta di quel terreno alle scosse sismiche,
eppure, sono decenni che geologi e ingegneri sostengono che i danni dei terremoti possono essere ridotti o anche annullati da un buona prevenzione (qualcuno aveva proposto di non chiudere le molte acciaierie italiane ma di usare quell’acciaio per rendere sicuri gli edifici),
eppure, è visibile come ad ogni terremoto politici, camorra, mafie, imprenditori, protezione civile, ong, tutti lucrino forte sull’emergenza e sulla ricostruzione.
Il fatto evidente è che ci sono degli interessi in gioco per i quali è meglio che a fare (o non fare) i controlli ci sia un imbecille o un venduto che non vede niente. E per ottenere che un controllore non controlli come dovrebbe, un buon complotto di una loggia o di un comitato d’affari è il metodo migliore.
E non succede soltanto per i terremoti: i complotti per dirottare la storia in una qualche direzione sono stati moltissimi, certamente molto più dei “dirottamenti storici” poi effettivamente avvenuti. A questi sono ovviamente associati altri complotti successivi per nascondere quei complotti, falsificando la storia.
Non sappiamo esattamente chi abbia ucciso i due Kennedy, ma sappiamo che, per provare a convincerci delle versioni ufficiali, fior di periti in entrambi i casi hanno sostenuto che alcuni proiettili fossero rimbalzati come palle da biliardo (ma le palle di piombo invece non rimbalzano), sappiamo che fior di periti hanno sostenuto che l’11 settembre 2001 due grattacieli e un altro edificio siano crollati come invece crollano soltanto gli edifici minati dal basso, che un aereo sia entrato nel pentagono facendoci un forellino come quello di un drone…
Talvolta, magari dopo qualche generazione, compaiono le prove di quei complotti “storici” (è successo per il caso Sacco e Vanzetti, per l’incendio del Reichstag, per Pearl Harbour, per l’incidente del golfo di Tonchino), ma c’è sempre qualcuno che anche tanto tempo dopo protegge quei complottatori contestando quelle prove storiche, anche contro ogni evidenza, come quelli che negano che siano mai esistiti i campi di sterminio nazi.
I complotti a danno dell’ambiente e della salute spesso hanno invece le gambe più corte: lì le prove emergono relativamente presto e vengono vagliate in processi, da cui impariamo che i danni del fumo, dell’amianto e di tanti altri inquinanti e veleni erano perfettamente noti, ma chi avrebbe dovuto controllare era colluso.
http://lameladinewton-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/03/10/teorie-del-complotto-social-intelligent-design-e-disuguaglianza-globale/comment-page-2/#comment-191
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La notizia è questa: la vedova di Emmanuel Chidi Nnamdi, Chiniary, avrebbe fatto marcia indietro. Quello che ha raccontato nei giorni successivi alla morte di suo marito, quindi, sarebbe sostanzialmente falso.
O almeno nella parte più importante: quella che descrive chi ha fatto scattare la rissa a Fermo.
I verbali dei 6 testimoni che confermano la versione di Amedeo Mancini, l’ultrà arrestato per omicidio preterintenzionale, hanno messo all’angolo Chiniary. E così davanti ai magistrati avrebbe dovuto correggere le sue dichiarazioni. I pm, infatti, hanno voluto ascoltarla di nuovo martedì. Il motivo? Le testimonianze a favore di Mancini sono ritenute “attendibili” e concordano nel dire che ad aggredire per primo è stato proprio Emmanuel. Come scrive oggi Libero, la vedova si sarebbe quindi giustificata così: “Ho problemi con la lingua italiana e quando ho dato le due precedenti versioni ero sotto choc”.
http://www.giornalenews.com/2016/07/14/fermo-e-ufficiale-la-vedova-ha-raccontato-solo-balle-comode-al-regime-per-distrarre-gli-idioti-dai-veri-problemi/
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Anche da noi, nel nostro piccolo: http://bondeno.blog.tiscali.it/2016/07/15/idraulica-antica/
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Il fatto è che la narrazione globale sta entrando improvvisamente in crisi sotto il peso delle sue contraddizioni, del suo cinismo, dei suoi interessi inconfessabili, dei suoi obiettivi politici aberranti: diventa sempre meno credibile man mano che le promesse si sfaldano e diventano palesi bugie, che i suoi strumenti si rivelano per ciò che realmente sono. E tutto accade, dopo anni di latenza, in poche settimane. Le oligarchie al potere tenteranno certo di ricucire in qualche modo gli squarci, però non più su un corpo vivo, bensì su una sorta di Frankenstein stimolato dagli alti voltaggi mediatici. Ma per quanta energia ci si possa immettere è ormai chiara la sua natura di mostro.
https://ilsimplicissimus2.com/2016/07/19/catastrofe-frankenstein/
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Insomma ci pare di poter concludere quanto segue: Amaq sostituirà il SITE. Oppure è il nuovo SITE di Rita Katz. Probabilmente ormai troppo nota, la Katz deve tramontare, e AMAQ sorgere. Alla prossima rivendicazione di strage in Europa, non troverete più Katz; Amaq è ormai il nuovo SITE. E’ proprio vero, è una religione che ci fa guerra, e gestisce la strategia della tensione in Europa e la sua narrativa.
Bisogna capire quale.
http://www.maurizioblondet.it/amaq-e-il-nuoo/
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