L’illusione del cambiamento

Nessun attività è più inutile che versare fiume d’inchiostro sulla politica italiana, inutilità dettata da due motivi. Primo: mai come in questa fase storica è evidente che l’Italia non è soggetto, bensì oggetto dell’agone internazionale, e le scelte più rilevanti per il futuro del Paese sono prese fuori dai suoi confini. Secondo: la politica ha perso da decenni qualsiasi capacità di rinnovamento e propulsione trasformandosi, specie negli ultimi anni, in un potente freno all’uscita dalla più grave crisi economica, sociale e demografica dai tempi dell’Unità. La politica italiana si è eretta a garante dello status quo, difendendo strenuamente quegli assetti, la UE e la NATO, all’origine del collasso economico e della crescente insicurezza ai suoi confini. I governi si succedono (Berlusconi IV, Monti I, Letta I, Renzi I), il tempo passa, si schiudono nuovi scenari (il primo governo presieduto dal M5S), ma la linea di fondo non cambia.

Come sarà chiaro a molti cittadini della Repubblica Italiana (ma il discorso vale anche al resto dell’Occidente), il principale strumento adottato per preservare il potere è l’illusione del cambiamento, del movimento, del rinnovamento: si succedono continuamente volti, sigle, partiti, consultazioni elettorali, coll’unico obiettivo di instillare nei cittadini l’idea che l’istituto democratico sia vivo e vegeto ed un cambio di rotta possibile. Si conta sul fatto che, sfogatosi col voto, l’elettore si tranquillizzi, incassando recessione, disoccupazione, tagli allo Stato sociale, inasprimenti fiscali, fino alla successiva consultazione, e così via.

Leggi tutto: http://federicodezzani.altervista.org/renzi-vuoto-lultimo-colpo-canna-lm5s/

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