Che fare?

Si domandava Lenin nel 1902. Cercando di analizzare ancora una volta la situazione mettiamo insieme due articoli (in estratto per necessità di legare il discorso):

Il caso greco e quello italiano dimostrano in pieno tutta la “nullità inesorabile” delle elezioni liberaldemocratiche. I risultati – espressione, su un piano teorico, della cosiddetta volontà popolare – non contano nulla, possono essere ribaltati, si può agire dietro le quinte agevolmente per tornare alle urne. Così in Grecia, a giochi già fatti. O si può agire per negare a talento il voto politico, tenendo in piedi un governo “nominato”. Così in Italia, paese in cui il processo di rischiavizzazione del lavoro, di distruzione del sociale e di privatizzazione (“le riforme che il paese aspetta”) deve essere portato a compimento nel breve-medio periodo .

Allora, se il programma è sempre quello della troika, ispirato dai mercati finanziari e dagli investitori, se i capi di governo si scelgono nei “salotti buoni” del neocapitalismo, incuranti del verdetto delle urne, ai popoli dominati non resterebbe che l’anelito rivoluzionario, per rovesciare il sistema e cambiare radicalmente le politiche di governo, nonché le alleanze internazionali dei paesi liberati.

Si fa un gran parlare dell’urgenza del ritorno alla sovranità, monetaria e politica, degli stati che l’hanno “devoluta” al sopranazionale, per impostare politiche sociali e industriali che arrestino la caduta della vecchia Europa, e in particolare di paesi malridotti come l’Italia. Questo è certo un tema cruciale, anzi, per alcuni è addirittura il vero e il solo vulnus. Per riappropriarsi sovranità e moneta, visto che elezioni non servono a niente, ritualizzate come sono e incapaci di modificare lo status quo, ci vorrebbe una bella Rivoluzione, che incida sui rapporti sociali, sugli assetti politici e sul sistema di alleanze internazionali.(1)

L’interconnessione globale rende impossibile una rivoluzione proletaria in tutto l’Occidente. Spero che i miei lettori non ridano se parto da qui. Questo punto di partenza è indispensabile per due ragioni: la prima riguarda l’ideologia internazionalista che è parte del DNA radicale; l’invettiva finale del Manifesto del partito comunista, scritto nel 1847-48 da Marx, recita “Proletari di tutti i paesi, unitevi!”. Di tutti i paesi; quella di Marx fu la più lucida e radicale intuizione della necessità di un’azione politica non sporadica, non legata a un singolo paese, ma globale, solidale, interconnessa; le conseguenze, col mutare delle idee marxiane nello snaturamento leninista, sono state tragiche per un bel pezzo di Europa e non solo. La seconda ragione non ha a che fare con l’ideologia ma semplicemente con una constatazione che ritengo indiscutibile anche se non mi soffermerò ad argomentarla: a livello che neppure Marx avrebbe mai potuto immaginare, oggi l’interconnessione globale delle economie (specialmente questo), delle culture, delle regole, degli eserciti perfino, è talmente ampia e pervasiva che i margini di libertà per una singola nazione occidentale sono molto più limitati di un tempo: non possiamo decidere di battere moneta perché siamo nell’Euro, non possiamo andare a pacificare la Libia perché siamo nella Nato, ma semplicemente non possiamo operare nella borsa di Milano senza tenere d’occhio quella di Shanghai. Chi non vede alcun lato buono nella globalizzazione parla criticamente di “perdita di sovranità” come di una diminuzione, di una lesa maestà. Comunque la vediate è piuttosto difficile che questa interconnessione consenta all’Italia con Fassina, o alla Gran Bretagna con Corbyn, di imboccare la strada del socialismo, della (ri-)nazionalizzazione delle società strategiche, dell’egualitarismo dei redditi e così via. L’estensore di questa nota non pensa che il capitalismo monopolistico finanziario globale sia bello, o buono, o giusto. Né irreversibile. L’estensore di questa nota pensa che sia inevitabile cercare di migliorare le condizioni dei cittadini a partire dal dato di realtà: siamo in questo sistema economico globale; non saranno Fassina e Civati a sconfiggerlo.

Lavorare per migliorare economia e società dall’interno di questo sistema globale è ciò che si chiama ‘riformismo’; ovviamente se non accettate la premessa precedente e ritenete che il sistema, semplicemente, si abbatta (in qualche modo) potete evitare di andare avanti nella lettura di questo post. Adesso il tema, da teorico, diventa pratico: si dovrebbe discutere di quale riformismo, o meglio: quali riforme? Realizzate come, a beneficio di chi… (2)

1)  http://pauperclass.myblog.it/2015/08/21/ne-le-elezioni-ne-la-rivoluzione-ci-salveranno-eugenio-orso/

2) http://ilsaltodirodi.com/2015/09/23/la-continua-ricerca-di-una-stella-al-crepuscolo/
Concludendo:

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7 Responses to “Che fare?”

  1. Si immagini ad esempio un modo di produzione globalizzato, come quello attuale, nel quale le differenti culture etniche e nazionali sono appiattite da un’ideologia che travalica i confini territoriali, sostenuta dalla forza militare del capitalismo più forte e dallo strapotere finanziario delle istituzioni globali di natura tecnocratica. Sarà evidente a questo punto dove risieda la funzione normativa della Natura Umana. Se l’uomo è animale comunitario, e se l’alienazione dell’essere sociale proviene dalla globalizzazione dei capitali e dall’attacco alle frontiere politiche ed ideali degli Stati nazionali, la reazione dell’essere sociale dovrà essere indirizzata alla difesa di quelle frontiere, attraverso una serie di norme che dall’universale (il controllo dei movimenti di capitali in entrata e in uscita, la riappropriazione della potestà monetaria…) si trasferiscano anche al particolare (la salvaguardia legislativa della lingua nazionale e dei dialetti, gli investimenti nell’istruzione e nella sanità pubblica, la tutela del patrimonio pubblico, in particolare di natura storica e artistica…)
    Costanzo Preve in
    http://www.appelloalpopolo.it/?p=14349

    #1350
  2. Intanto che gli intellettuali si interrogano, i politici fanno, eccome se fanno!
    Ricordo quando nei primissimi anni ‘90 dentro un Pci in totale confusione e ormai in via di arrendersi alle prime avvisaglie di riforma delle pensioni, girava la battuta : alla riforma previdenziale ci penserà la riforma sanitaria. Ci hanno visto lungo in questo, anche senza immaginare che l’età pensionabile sarebbe salita all’impossibile, le pensioni stesse ridotte a un pourboire e che ci sarebbe stato anche il massacro della sanità pubblica con le tutte le conseguenze del caso. E senza immaginare che sarebbero stati proprio i loro presunti eredi a farlo.
    https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/09/24/insanita/

    #1351
    • Nel frattempo, meglio imparare a farlo da soli:
      EDUCARE AL PRIMO SOCCORSO: Come e quando chiamare il 118. Incontro Pubblico. LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 alle 17 la ”lezione” della Rete Emergenza-Urgenza 118 sezione di Copparo

      Sala Riunioni al Piano Terra Casa della Salute. “La Casa della Salute incontra…” al 68° Settembre Copparese. Continua il programma per i cittadini

      Ferrara, 25 Settembre 2015 “La Casa della Salute incontra…”, in questi mesi ha intrapreso un percorso di informazione per la salute e la promozione di corretti stili di vita e di comportamento, in una prospettiva culturale di cittadinanza attiva fondata su coesione e responsabilità sociale.

      Il delicato e vitale tema della capacità d’interazione nelle situazioni d’urgenza sanitaria di ogni persona con il 118 e la rete dell’Emergenza ha bisogno di essere adeguatamente diffuso tra la popolazione con strumenti di informazione e corretta educazione a comportamenti pratici, essenziali e sicuri.

      L’Azienda USL di Ferrara ha, quindi, il piacere d’invitare tutti i cittadini a partecipare al 68° Settembre Copparese che ospita LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015 alle ore 17 la ”lezione” dalla Rete Emergenza-Urgenza 118 sezione di Copparo su “come e quando chiamare il 118”; quali “strategie d’intervento” adottare; come si effettua una “rianimazione cardiopolmonare con dimostrazione (BLS)”.

      PROGRAMMA

      LUNEDÌ 28 SETTEMBRE 2015, dalle ore 17.00 alle ore 19.00 presso la Sala Riunioni al Piano Terra della Casa della Salute via Roma 18 – Copparo

      Azienda USL di Ferrara e Rete Emergenza – Urgenza 118, sezione distaccata di Copparo, organizzano un incontro Pubblico sul tema: EDUCARE AL PRIMO SOCCORSO.

      Gli operatori del 118 incontreranno i cittadini con sessioni teorico-descrittive delle situazioni di emergenza e dimostrazioni pratiche per interventi corretti. Questi gli argomenti che saranno trattati:

      – Come e quando chiamare il 118

      – Strategie d’intervento

      – Rianimazione cardiopolmonare con dimostrazione (BLS)

      L’Azienda USL di Ferrara nella Casa della Salute Terre e Fiumi di Copparo, in accordo con i sindaci dell’Unione dei Comuni, ha avviato, infatti, sin dall’apertura della Casa, un articolato e differenziato programma di iniziative orientate ai cittadini perché assumano stili di vita ”attivi” e consapevoli con la collaborazione del Comitato Consuntivo Misto, dei sindacati e le associazioni di volontariato locali. Questi progetti di sviluppo del benessere della Comunità hanno rafforzato occasioni di dialogo, cultura e senso di appartenenza al territorio.

      #1352
  3. Una massa obnubilata e sinistroide – alimentata a forza con i “diritti umani” evanescenti e la “tutela delle minoranze” gay – continua a preferire l’ipotesi liberal-liberista del “sogno europeo”, cioè il dominio del sovranazionale in cui si muovono a proprio agio le élite finanziarie, alla sovranità nazionale, ostracizzata perché “di destra”, e all’ipotesi di una nuova Europa in cui abbia un ruolo anche la Russia, sospettando “populismo”, addirittura razzismo e fascismo, scarsa “accoglienza” e poco Melting Pot. Le espressioni virgolettate rivelano che è l’imbecillità massiva a sostenere la liberaldemocrazia, in altri termini l’assolutismo elitista mascherato, garantendo in Italia il successo del piddì e dei gruppuscoli suoi accoliti.
    Eugenio Orso in
    http://pauperclass.myblog.it/2015/09/27/alchimie-politiche-liberaldemocratiche-italia-piddi-forever-eugenio-orso/

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