Cuius regio, eius religio

Cuius regio, eius religio (“Di chi [è] la regione, di lui [si segua] la religione“, cioè i sudditi seguano la religione del proprio governante) è un’espressione latina che ebbe grande rilevanza all’epoca della riforma protestante e anche nei secoli successivi. Indica l’obbligo del suddito di conformarsi alla confessione del principe del suo stato, sia essa protestante o cattolica[1]. Comunemente si intende riferito alla storia europea del XVI e XVII secolo.

Venne definito nel trattato conseguente alla Pace di Augusta del 1555 dall’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V e dalle forze della Lega di Smalcalda per determinare la religione dell’Impero come coesistenza tra il luteranesimo e il cattolicesimo. Il principio sancito ad Augusta significava che i prìncipi e le città libere avevano la facoltà di introdurre la fede luterana (lo jus reformandi) nel loro territorio, pur godendo degli stessi diritti degli stati cattolici all’interno dell’Impero. La popolazione di confessione diversa da quella del principe, sia che fosse cattolica oppure protestante, doveva adattarsi alla confessione del principe oppure emigrare (grassetto nostro n.d.r.).

Esiste anche la variante “Cuius regio, eius et religio”, nella quale il termine et ha in questo caso funzione rafforzativa (nel senso di “anche”).

In senso lato, il principio del “cuius regio eius religio” implica l’inviolabilità della sovranità nazionale (una nuova concezione di sovranità, che emerge in seno al processo di territorializzazione di un popolo e della sua cultura) e la non ingerenza nella domestic jurisdiction degli stati-nazione[2]

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Cuius_regio,_eius_religio

4 pensieri su “Cuius regio, eius religio

  1. Uscendo dall’Europa un caso significativo, anche per le nostre origini, è quello dei Copti in Egitto:
    I copti sono i cristiani egiziani nativi,affermatisi in Egitto a partire all’incirca dalla metà del II secolo, cioè nel periodo in cui la popolazione si convertì al Cristianesimo; la lingua copta fu dunque il mezzo di espressione della letteratura religiosa. Il cristianesimo diventò la religione predominante nell’Egitto di epoca romana tra il IV e il VII secolo, fino alla conquista da parte dei musulmani, ed è rimasta la fede di una significativa minoranza della popolazione fino ad oggi. La loro lingua copta è la diretta discendente della lingua egizia, di cui rappresenta l’ultima fase; in seguito alla conquista araba nel VII secolo e la conseguente islamizzazione dell’Egitto, fu gradualmente sostituita dall’arabo ed è oggi una lingua estinta utilizzata solo in ambito liturgico.

    I copti in Egitto costituiscono la più grande comunità cristiana del Medioriente, nonché la più grande minoranza religiosa della regione, rappresentando circa il 10% della popolazione egiziana. La maggior parte dei copti aderisce alla Chiesa ortodossa copta; il resto del gruppo è spartito tra la Chiesa cattolica copta e varie confessioni cristiane protestanti.

    Essendo una minoranza, i copti sono vittime di una significativa discriminazione nell’Egitto moderno e degli attacchi di gruppi islamici estremisti.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Copti

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  2. Crollo di civiltà
    Insomma: a) abbiamo molte fiorenti civiltà, autonome ma interconnesse: b) ad un certo punto (1177 a.C.)crollano più o meno tutte; c) ogni crollo è soggetto ad una pluralità di possibili cause esplicative. Terremoti, carestie, rivolte interne ed aggressioni esterne, Popoli del Mare intesi come torma indistinta di popoli in fuga, interruzione permanente della rete degli scambi commerciali, delle vie di scambio, comunicazione e della tessitura diplomatica, caduta delle élite storiche compongono questa pluralità esplicativa. Ne consegue la possibile diagnosi di crollo sistemico, causa complessa, dinamica di catastrofi interrelate e reciprocamente causanti. Quello che crollò fu un sistema ed un sistema quando crolla, crolla tutto assieme anche se non tutto nello stesso momento, per molteplici cause in cui è impossibile discernere l’interno dall’esterno, per dinamiche non lineari, retroazioni, perturbazioni che vincono la resilienza dopo aver spezzato la resistenza strutturale del sistema.
    https://pierluigifagan.wordpress.com/2015/01/12/complessita-e-crollo-delle-civilizzazioni/

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  3. A Roubaix (Francia), città col 70% della popolazione musulmana da anni non esiste più un ristorante o un forno o una rosticceria che serva maiale o semplicemente cibo non hallal: l’anno scorso una cooperativa di ragazzi voleva riaprire il primo ristorante bio, non hallal della città, é stato dato alle fiamme 3 giorni prima dell’inaugurazione. Dov’era Hollande ? E le 4 chiese saccheggiate ogni giorno in Francia, anche durante le funzioni? dov’era il rispetto per la religione? Non si contano più le strade di Parigi dove il venerdi le attività commerciali sono obbligate a chiudere anche se non musulmane, dov’era Valls? Decine sono i quartieri di Parigi dove le donne possono uscire solo velate, dov’erano le femministe?
    http://www.appelloalpopolo.it/?p=12865

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  4. Dal 1° gennaio del 1948 la sovranità non appartiene più alla nazione, ma al popolo, per volontà della Costituzione.

    E’ un cambiamento radicale. Il popolo non è più un’entità astratta, ma è fatto di persone reali e diverse fra loro. L’appartenenza della sovranità ne indica la permanenza nel popolo (e in ogni singola persona di cui esso è composto) “come contrassegno essenziale ed ineliminabile del regime democratico” che si è voluto instaurare e si specifica “nel vincolo imposto al suo esercizio, tale da non potere trascendere le forme ed i limiti posti dalla Costituzione” (C. MORTATI, Istituzioni di diritto pubblico, Tomo I, Decima ed., Padova, 1991, 153).

    E’ un concetto di base del nostro diritto costituzionale.

    La sovranità popolare (di cui abbiamo già ricordato il nuovo ruolo) non è un “dogma”: è l’essenza della democrazia. In quanto tale non può essere “superata” e non è cedibile alle “istituzioni monetarie internazionali”, se non sacrificando la democrazia e tradendo la Costituzione. La plutocrazia ordoliberista della UE, vera “polvere senza sostanza” democratica, ne ha segnato purtroppo la (provvisoria) fine. E’ una polvere che soffoca. Un letale microparticolato che sta uccidendo i popoli europei.

    (Mario Giambelli – ARS Lombardia) in http://www.appelloalpopolo.it/?p=12873

    Peccato che il popolo, in questi anni, abbia dimostrato che della sua sovranità non gliene importa nulla (de Franza o de Spagna, purché se magna)!

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