Mentre si viene chiamati a scioperare contro una legge per la quale tutti gli ex dirigenti della Cgil eletti con il PD hanno votato a favore,(2) per la seconda volta in un anno, ieri archeologi, bibliotecari, archivisti, storici dell’arte e restauratori hanno manifestato a piazza del Pantheon a Roma contro il «modello Expo» adattato ai beni culturali. Sotto una pioggia battente, centinaia di giovani professionisti hanno denunciato il ricorso programmatico dello Stato e dalle sue propaggini locali al lavoro gratis o al volontariato. È stato denunciato il bando della Soprintendenza capitolina che cerca volontari per svolgere attività gratuite nei musei e nelle aree archeologiche della Capitale. Proprio come a Milano, dove il Touring club sta reclutando mille volontari per svolgere il ruolo di guide ai monumenti durante l’Expo, a Roma si ricorre al lavoro gratuito o a prestazioni pagate simbolicamente (3 euro l’ora) per svolgere servizi di prima accoglienza, informazione e accompagnamento. I tagli, il ricorso sistematico ai privati e il fatale blocco del turn-over e dei concorsi (quando si fanno, non si assume) hanno spinto il Ministero dei beni culturali a credere che il volontariato sia un’attività sussidiaria all’assunzione di figure specializzate.(1)
Fonti:
(2)http://contropiano.org/interventi/item/27767-lo-scandalo-degli-ex-cgil-contro-lo-statuto
http://www.bondeno.com/2010/02/01/associazionismo-e-volontariato/
La cosa curiosa è che, mentre si introduce col volontariato il lavoro gratuito, si usa l’associazionismo per retribuire gli amici:
“Roma terra di consolidamento dei legami tra mafie, criminalità e potere politico. Da sempre?
La prima vera indagine sul sistema criminale mafioso a Roma è del ’92, di Gerardo Chiaromonte, e parla di «presenza» delle mafie in tutto il Lazio. La politica per 20 anni ha parlato invece di «infiltrazioni». Ma aver confiscato, come è stato fatto, 50 strutture alberghiere vuol dire che le mafie sono arrivate tanto tempo fa, e i soldi riciclati sono tanti. Tutto nel silenzio totale e assordante. Pensiamo al fatto che solo con l’arrivo di Pignatone, l’altro anno, c’è stato a Roma il primo caso di incriminazione col 416 bis, il reato di mafia. Ci voleva un procuratore che ha operato a Palermo e a Reggio Calabria, come Prestipino e Cortese, e ha portato la sua esperienza, mettendo su un sistema di intelligence più all’avanguardia e allargando lo sguardo sul Lazio e sui legami tra il mondo imprenditoriale e criminale. I risultati, già dopo un anno e mezzo, si vedono.”
http://ilmanifesto.info/le-mafie-che-arrivano-da-lontano-e-speculano-sui-cittadini-piu-deboli/
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