Abbiamo tentato di dirlo, totalmente inascoltati, nella manifestazione post-terremoto del settembre 2012; una lettera pervenuta in redazione del consigliere PD Livio Poletti sembrerebbe ribadirlo:
Grazie alla candidatura di Alan Fabbri alla Presidenza della Regione Emilia Romagna la vita della giunta comunale di Bondeno pare essersi fermata. Proclami a parte la problematica è evidente: una volta che Alan Fabbri avrà preso il treno per Bologna, la destra bondenese non ha avrà candidati spendibili da proporre per le elezioni amministrative successive alle sue dimissioni, con buona pace di chi vedeva in tale figura un segno di coerenza.
D’altro canto anche il Partito Democratico locale dopo la recente e pesante sconfitta elettorale pare non avere prodotto molto.
Occorrono personalità non solo in grado di rappresentare differenti realtà della società bondenese, ma capaci di interpretare un’idea di comunità che cresce e che guarda al futuro, inserita nel contesto che ci circonda.
Bondeno dopo la ricostruzione ha bisogno di rilancio. Per farlo necessita immediatamente di un progetto politico capace di coinvolgere personalità al di fuori dei partiti tradizionali, la parola d’ordine è aprirsi con concretezza ad un elettorato che ha sete di rinnovamento.
L’amministrazione che ha governato fino ad oggi Bondeno ha predisposto numerosi contenitori, è ora di salvare la parte buona che rimane e pensare ai contenuti. Dobbiamo andare oltre, serve quel qualcosa in più per valorizzare quello che oggi abbiamo.
E fin qui il discorso potrebbe anche essere condivisibile, peccato poi che la lettera si concluda con un appello a votare due candidati PD per il consiglio regionale.
Lo abbiamo detto tante volte: inutile pensare che chiunque possa fare qualcosa (a Bondeno, in Emilia, in Italia, in Europa) se non si aboliscono i trattati
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=111247&typeb=0
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La VERA RIVOLUZIONE sarà una ridistribuzione dei redditi dall’alto verso il basso. Uno Stato VERO NON può tollerare che vi siano simili sperequazioni.
Bisognerà appianare queste montagne enormi sino a farle divenire, al massimo, dolci colline: SOLO così ci potrà essere la PACE SOCIALE.
I redditi del ceto-medio, quella middle-class che ha fatto grande questo Paese, devono ricominciare a crescere altrimenti non avremo alcuna possibilità di sviluppo, ne economico, ne tantomeno sociale.
Per far ciò è NECESSARIO un drastico abbattimento delle tasse, riducendole di un altrettanto drastico 35/40%. Solo così potremo sperare in nuovi investimenti che porterebbero nuova occupazione. Comprimendo ulteriormente i già magri salari NON si farà altro che peggiorare le cose: il ritorno economico lo avranno solo le multinazionali attive nell’export, mentre assisteremmo alla MORTE della domanda interna.
http://www.appelloalpopolo.it/?p=12341
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