Contro il pensiero unico

pslbookQuesto volume, curato dal prof. Paolo Palazzi, è la ripubblicazione del primo volume, quello di macroeconomia, delle dispense di Economia politica relative alle lezioni svolte dal professor Paolo Sylos Labini (1920-2005) negli anni ’70 presso la Facoltà di Scienze Statistiche dell’Università La Sapienza di Roma. La stesura di queste lezioni ha subito diversi mutamenti nel corso degli anni: quella qui pubblicata è la versione del 1979.
Nel curare questa ripubblicazione si è cercato il più possibile di rispettare la versione originale arricchendola di presentazioni grafiche, attualizzando alcuni dati, semplificando e omogeneizzando formule e grafici.
Perché ripubblicare queste dispense? Moltissimi studenti nel corso degli anni hanno studiato su queste le dispense e attraverso questo studio sono stati messi in grado di comprendere gli aspetti principali dei fenomeni economici. Alcuni allievi di Paolo Sylos Labini sono stati a loro volta docenti di economia che hanno cercato di trasmettere l’insegnamento ricevuto.
Cosa distingue queste dispense dalle centinaia di testi di base di economia che circolano nelle scuole e nelle università? Sicuramente l’impostazione teorica che risulta critica rispetto all’impostazione attualmente ancora dominante nei più diffusi testi di economia. La seguente frase può sintetizzare bene la concezione della scienza economica secondo Paolo Sylos Labini: “Una delle differenze fondamentali fra scienze sociali e scienze naturali è che i fatti che le prime mirano a spiegare sono storici, ossia mutano non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente e in modo irreversibile nel tempo storico. In altri termini, mentre nelle scienze naturali la realtà è generalmente immutabile, in campo economico la realtà varia col passare del tempo.”
L’obiettivo principale è quindi quello di mostrare come negli anni settanta fosse possibile studiare l’economia in un modo molto diverso da come si fa attualmente in quasi tutte le università del mondo. La base teorica e le indicazioni di questo volume, ad avviso del curatore, se fossero state patrimonio delle nostre classi dirigenti avrebbero facilitato la comprensione della crisi economica in cui ci troviamo e avrebbero potuto dare maggiori strumenti in grado di affrontarla.

3 pensieri su “Contro il pensiero unico

  1. La dissidenza deve tornare a costituire una prassi condivisa in grado di produrre un nuovo campo di lotta per creare un’egemonia alternativa rispetto a quella, sempre più asfissiante, del pensiero unico planetario. La dissidenza diventa, per questa via, una strategia culturale e, insieme, politica, tesa a creare un nuovo fronte comune dell’opposizione ragionata all’omologazione di massa della civiltà dei consumi, il gregge amorfo degli “ultimi uomini” che, come sapeva il Nietzsche di Così parlò Zarathustra, pensano e vogliono tutti le stesse cose.
    Diego Fusaro
    http://www.lintellettualedissidente.it/inevidenza/dissidenza-e-nuova-egemonia/

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  2. L’ideologia dominante neoliberista legittima il mondo di oggi insieme a tutte le sue contraddizioni e, punto cruciale, lo eternizza, impedendo a priori anche solo l’ideazione di un tipo di società alternativa a quella odierna. La propaganda del Novecento oggi e’ sostituita da una spaventosa omologazione mediatica. I mass media sono largamente influenzati da poteri economici e finanziari, e la contrapposizione ideologica tra le diverse testate e’ minima o nulla. Come può questa omologazione dei media portare alla formazione di un pensiero critico tra i membri della società, che e’ probabilmente l’elemento più importante per il buon funzionamento di un sistema democratico?
    http://www.lintellettualedissidente.it/societa/democrazia-totalitaria/

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  3. Il manifesto di Rio de Janeiro, in cui gli esperti dei Paesi BRICS indicano le linee di un’economia alternativa al “pensiero unico” , sembra quasi una fotografia dell’Italia del ventennio postbellico

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