E' questa l'Europa che vogliamo?

ERF. Dietro questa apparentemente innocua sigla si cela l’arma definitiva che l’Unione Europea sta preparando per il colpo finale, il furto di tutte le nostre ricchezze e la chiave a doppia mandata per impedire la fuga dell’Italia dalla tonnara dell’Eurozona.

Ogni volta che gli eurocrati immaginano qualche colpo grosso lo nascondono sotto un nome oscuro. Il MES e il Fiscal Compact vennero votati alla chetichella da un parlamento totalmente ignorante di quel che stava approvando, pungolato dall’urgenza messa da un consapevolissimo Monti.
Adesso che i buoi sono scappati i partiti fanno a gara a dissociarsi da assurdi obblighi e onerosissimi impegni già versati, tuttavia il danno è fatto e difficilmente rivedremo qualcosa degli oltre 50 miliardi impegnati a vario titolo nei fondi salva-stati.

Questa cifra iperbolica è una bazzecola a confronto di quanto rischiamo di giocarci con l’ERF o “European Redemption Fund” dato che si parla, per la sola Italia, di oltre mille miliardi. Vediamo di che si tratta. Per essere sicuri che la riduzione forzata del debito prevista del Fiscal Compact avvenga davvero si è inventato un meccanismo diabolico. L’idea sembra orientata alla solidarietà: consentire ai paesi europei con un debito pubblico più alto del limite del 60% del rapporto debito/pil di scaricare tutto il debito in eccesso ad un fondo comune dove possa essere mutualizzato come un super eurobond. Fin qui tutto bene, ma esiste forse ancora qualche anima candida che creda ai “favori” e alla “solidarietà” dell’attuale Unione Europea? Se esiste è bene che si svegli perché la commissione di studio presieduta da un ex banchiere centrale austriaco, una signora dal rassicurante nome di Gertrude Trumpel-Guggerell, e che casualmente non annoverava alcun italiano tra i propri membri, ha deciso che a fronte di questo debito debbano essere poste delle garanzie reali.

Traduciamo: l’Italia scaricherebbe oltre mille miliardi di debito ma a fronte dello “scarico” occorrerà mettere a garanzia beni e oggetti di valore. L’ERF si “mangerebbe” quindi per esempio tutte le nostre riserve auree, beni immobili di pregio, le migliori partecipazioni societarie inclusi i gioielli strategici quali Eni e Finmeccanica e addirittura verrebbe alimentato con una sorta di ipoteca sui futuri introiti fiscali. A quel punto sarebbe un gioco da ragazzi portarci via tutto, basterebbe girare la “manopola” dello spread, per esempio facendo dichiarare alla BCE la propria intenzione di non garantire direttamente il debito monetizzandolo, per precipitarci nel default. A quel punto però l’ERF si incamererebbe tutte le garanzie e noi ci ritroveremmo in ginocchio: svuotati di tutti i nostri beni di valore e con ipotecate per il futuro persino le nostre tasse e le nostre pensioni.

Claudio Borghi Aquilini

Leggi il seguito: http://www.lolandesevolante.net/blog/2014/05/cosi-lue-ci-ruba-le-ricchezze/

7 pensieri su “E' questa l'Europa che vogliamo?

  1. Mi scrive Andrea Malaguti: Così conclude il mio studente su Gomorra: “Gomorrah seeks to bring a message to all those who watch it, whether or not we are ready to receive it. The world is a pretty fucked up place, and institutions put in place by fellow humans make it so much harder to enjoy the small joys that are still left.

    Cioè: in questo fotti fotti generale l’importante è sopravvivere. Gli hanno fritto e impanato il cervellino. A diciotto anni.

    P.G. Succede anche qua, basta guardare l’Eurovision contest!

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  2. Francia: Ma non é l’ultima chicca del mese, la settimana scorsa, il ministero dell’interno, causa i tagli dovuti ai 50 miliardi chiesti da Bruxelles, annuncia che farà venire dei poliziotti, niente meno che dalla Cina. Dei poliziotti della Repubblica Popolare Cinese avranno dritto di operare sul suolo della capitale. In realtà tale scelta più che dettata dai tagli budgetari, é stata imposta da Pechino, che da mesi fa pressioni, tramite il suo ambasciatore, sul ministero dell’interno affinché venga garantita la sicurezza dei Cinesi, a suo dire vittime preferite delle bande nordafricane, perché spesso si muovono con tanti contanti e senza documenti, quindi senza possibilità di denuncia. In realtà l’ambasciatore chiede misure speciali di protezione per dei suoi concittadini che sul suolo francese sono clandestini e evasori fiscali. Ma tant’é, d’ora in poi i cinesi a Parigi avranno una loro polizia .
    estratto da http://www.appelloalpopolo.it/?p=11336

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  3. Sono stanca di sentirmi dire: “ce lo chiede l’Europa, ce lo chiedono i mercati”. I governi vengono in tal modo esautorati o quanto meno condizionati per cui è evidente che la democrazia ha perso uno dei suoi pilastri fondamentali: la vera partecipazione del popolo alle decisioni che lo riguardano. I nostri ultimi governi ( tra l’altro nominati e non eletti) si vantano di governare per il bene del loro popolo e molti applaudono a questi “pseudo-benefattori”, dimenticando che “democrazia” significa governo DEL popolo e non PER il popolo. C’è bisogno quindi di maggiore informazione e maggiore partecipazione dei cittadini, affinché accresca la consapevolezza e la fiducia nella politica.

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  4. I Trattati europei saranno modificati soltanto quando la Francia, l’Italia, l’Inghilterra, la Germania o forse la Spagna recederanno e recedendo costringeranno le controparti ad addivenire a modifiche sostanziali dei Trattati, sempre che lo Stato recedente desideri la modifica dei trattati e non la liberazione dai vincoli europei (si, ho scritto controparti: gli Stati partecipanti sono controparti dei Trattati; la cooperazione è l’ideologia per ingannare gli ingenui; gli Stati che stipulano un trattato in materia economica cooperano come cooperano lavoratore subordinato e datore di lavoro, locatore e conduttore, venditore e acquirente, appaltatore e committente).
    http://www.appelloalpopolo.it/?p=10562

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