Basta tasse!

In realtà, la causa dell’elevato debito pubblico, attualmente di circa 2.100 miliardi, sta nel fatto che negli ultimi trenta anni lo Stato italiano ha pagato più di 3.000 miliardi di interessi.
La soluzione del problema è quindi ridurre il costo degli interessi sul debito ad un livello pari o inferiore all’inflazione, come accade in Gran Bretagna, Stati Uniti, Giappone, Cina o come si faceva anche in Italia fino al 1981.

Il problema del debito pubblico non è, quindi, un problema di deficit eccessivi, ma di interessi eccessivi.

Dal 1992 lo Stato italiano ha applicato politiche di austerità, cioè di aumento delle tasse, aumentando le sue entrate in modo da avere sempre un avanzo di bilancio (differenza tra spese ed entrate prima degli interessi). Nonostante più di venti anni di politiche di austerità, cioè di imposizione fiscale crescente iniziate con i governi Ciampi e Dini nei primi anni ’90, lo Stato non è poi più riuscito a ridurre il debito pubblico a causa della “rincorsa” degli interessi che si cumulavano. La ragione di questa esplosione di spesa per interessi è che nel 1981 è caduto l’obbligo della Banca d’Italia di comprare debito pubblico calmierandone gli interessi (e dal 1989 si è vietato formalmente, nel Trattato di Maastricht ogni finanziamento dello Stato da parte della sua banca centrale).

Detto in parole semplici, lo Stato italiano è stato obbligato a farsi prestare denaro a costi di interessi dettati dalle banche estere (diciamo dal mercato finanziario estero), quando invece avrebbe potuto continuare a farsi finanziare a costo zero dalla Banca d’Italia.

Gli italiani devono rendersi conto che non è vero che “non si può fare niente” contro il peso del debito pubblico e delle tasse a causa dei trattati firmati e delle posizioni degli altri governi all’interno delle istituzioni europee.
In realtà, un governo italiano competente e che abbia a cuore gli interessi degli italiani invece che del “mercato finanziario” può muoversi anche all’interno dei trattati europei. Il nostro, oltre che un articolo, è anche un appello ai cittadini italiani che trovino convincenti i fatti che abbiamo esposto e diffondano, ovunque possano, questa soluzione pratica al problema del debito, allo scopo di mettere la parola fine alle politiche di austerità che stanno soffocando l’economia italiana.

2 pensieri su “Basta tasse!

  1. A forza di ignorare il tempo, a forza di cullarci nell’illusione di un eterno presente, come ci incita a fare la molteplicità dei messaggi e delle immagini istantanee o la metafora delle stagioni, ricorrenti in ambito politico, sportivo, letterario e in altri settori, rischiamo di scoprire un giorno che i problemi attuali non erano che le premesse di uno sconvolgimento più radicale.
    Marc Augé
    in http://gabriellagiudici.it/marc-auge-lutopia-nera-delloligarchia-planetaria/

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  2. La guerra in atto contro la democrazia e la sovranità conquistate dai cittadini europei al termine del secondo conflitto mondiale è una guerra non convenzionale, irriconoscibile come tale se non fosse per gli effetti che essa sta evidenziando. Non è infatti quella che stiamo subendo sulla nostra pelle una guerra tradizionale fatta con le armi, ma una guerra economica, più subdola, ma con gli stessi risultati: l’impadronimento delle risorse degli Stati vinti e l’alienazione dei loro cittadini che sempre più spesso trovano la morte come unica soluzione alle loro sofferenze.
    A questa guerra partecipano come forze attive i grandi gruppi finanziari che, sotto la bandiera del liberismo e del liberoscambismo, promuovono azioni ostili contro gli Stati e, come in ogni guerra, trovano all’interno di essi numerosi collaborazionisti.
    Ne è un esempio la recente discussione in consiglio dei ministri avente all’ordine del giorno la pretestuosa svendita di parte delle Poste Italiane per una cifra irrisoria che potrà coprire appena il 5% della sola spesa per interessi dello Stato; bisogna sapere che le Poste Italiane e quindi la Cassa Depositi e Prestiti rappresentano la vera cassaforte del nostro Stato e l’ultima risorsa a disposizione della politica per poter agire in modo anticiclico con misure capaci di contrastare la crisi indotta di questi tempi. Oltre che ultimo baluardo dello Stato contro la crisi, i soldi custoditi da Poste Italiane e gestiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, rappresentano anche e soprattutto gli ultimi risparmi degli Italiani sui quali la finanza mondiale non era ancora stata in grado di mettere le proprie mani.
    Di collaborazionismo (o tradimento della Patria, come preferite) si può anche parlare in merito alla ratifica dei trattati europei da parte dei vari parlamentari che si sono succeduti; trattati come quello di Maastricht, di Lisbona, di Velsen, quello sul Fiscal Compact e le modifiche della Costituzione come l’introduzione del pareggio di bilancio, sono semplicemente atti criminali compiuti contro i cittadini ed i loro diritti, sono completamente privi fondamento giuridico (incostituzionali) ed economico (basati su dati falsi o errati), ma capaci di esautorare la nostra Costituzione ed il nostro parlamento oltre che ridurre la popolazione in uno stato di sudditanza.
    Sempre in merito al collaborazionismo, meritano un cenno anche tutti i giornalisti, gli opinionisti, i sedicenti economisti che, pur messi a parte di semplici leggi economiche e di esempi del passato capaci di spiegare l’attuale situazione e le soluzioni, continuano con la loro opera disinformativa nei confronti degli spettatori inermi con lo scopo di mantenerli nell’ignoranza.
    Simone Boemio
    http://www.appelloalpopolo.it/?p=10987

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