Paga Pantalone

paga Pantalone
  • • Fig.: pagare per tutti, sia in senso concreto che metaforico, di solito senza trarre alcun beneficio e spesso dopo essere inoltre stati beffati. È usato in particolare dalla persona che si deve accollare delle spese supplementari a causa degli sprechi o dell’approfittazione degli altri.
  • Di questo antico detto si hanno due possibili origini. La prima vuole che risalga al 1400, all’epoca delle guerre contro i Francesi e i Turchi da parte delle città di Ferrara, Napoli e Pisa, i cui costi finirono per incidere pesantemente sull’economia della ricchissima Repubblica di Venezia, che pagava per tutta l’Italia. Un’altra origine lo vuole più recente, e lo fa risalire al tempo della caduta della Repubblica Veneta (1797) .  Secondo una satira dell’epoca, quando i plenipotenziari partono da Campoformio, il locandiere che li ha alloggiati insegue la loro carrozza gridando: “Chi mi paga?” E Pantalone, che sta a cassetta, risponde: “Amigo, pago mi!”.
  • Var.: tanto paga Pantalone; Pantalone paga per tutti

Fonte: http://dizionari.corriere.it/dizionario-modi-di-dire/P/pantalone.shtml

cfr. 10 ) di dare atto che nell’ipotesi in cui non si addivenisse ad un accordo transattivo come previsto al punto 8 ai sensi del comma 444 art. 1 della Legge 228/2012 (n.d.r. ah.. ma allora non c’è niente di certo rispetto a quello che ha detto Daniele Biancardi in consiglio, la
transazione è solo un’ipotesi, ed in base ad un’ipotesi avete consentito lo svincolo, un bel rischio …. o forse un rischio calcolato “malignamente” ) se si dovesse verificare squilibrio nella gestione a seguito del presente atto deliberativo si procederà proponendo al Consiglio Comunale in deroga all’articolo  1, comma  169, della  legge 27 dicembre 2006, n. 296, modificando le tariffe e le aliquote relative ai tributi di propria competenza entro il 30 settembre 2014.

in http://albo-pretorio-bondeno.blogspot.com/2013/12/la-pistola-fumante.html

Vito a Finale

Saranno i personaggi e le storie raccontate in “Vito recital” a dare ufficialmente il via alla stagione teatrale di Finale, che si terrà nel Teatro Tenda presso il Campo Robinson, struttura messa a disposizione da Emilia Teatro Fondazione e allestita dal Comune nell’ambito del progetto Scena solidale, in attesa di poter ridare vita al Teatro Sociale seriamente danneggiato dal sisma.

Domani, 4 dicembre, alle 21, il poliedrico Vito porterà in scena il testo di Maurizio Garuti, coinvolgendo gli spettatori in un mondo irresistibile che parla di infanzia e di “emilianità”. Donne e uomini padani, personaggi zavattiniani legati alla terra e quindi al buon cibo e all’amore, partendo da Bertoldo, passando per Zavattini e approdando al Fellini, di Amarcord e delle sue donne enormi. Storie vere e storie inventate; personaggi fantastici e personaggi reali. Tutti accumunati dall’essere surreali, dal vivere nel confine dell’assurdo.

Vivere in quel mondo dove la fame faceva i bambini e dove i circhi miseri di provincia erano costretti, durante le permanenze a cucinare i leoni che, essendo magrissimi, non sfamavano nessuno. La cucina dell’Artusi; quella delle città della bassa, ossia quella stessa pianura che Zavattini amava descrivere con una riga e che quando c’è la nebbia diventa un tutt’uno tra cielo e terra.

Vito, come  gli altri artisti in cartellone, riceverà per la serata un compenso dimezzato, sostenendo così il lavoro portato avanti da Scena solidale nei territori emiliani colpiti dal terremoto.

Biglietto: 8 euro.

Abbonamenti a 7 spettacoli: 45 euro

Per informazioni:
ERT Fondazione: 059/2136045
teatri@emiliaromagnateatro.com
masina@comunefinale.net