Se Leopardi vivesse oggi, probabilmente avrebbe cambiato idea
almanacchi.mp4 from fuori quadro on Vimeo.
Così, Signor Presidente, la sera del 31 Dicembre comparirà – come sempre – a reti unificate per il messaggio di fine anno, al quale staranno già febbrilmente lavorando i suoi collaboratori, perché quest’anno è dura raccontare balle, pure fingersi moralizzatore. Nemmeno sposare la causa dei “più umili” servirà, poiché i più umili fra gli umili hanno perduto l’umiltà e non si fanno più infinocchiare.
Il suo gradimento fra gli italiani scende a picco come i consumi (caduti di 4,2 miliardi a Natale), come l’occupazione giovanile che in certe regioni tocca oramai il 50%, come gli artigiani che chiudono bottega, le serrande abbassate, i licenziamenti per motivi “economici” e quant’altro che non stiamo a ricordarle.
Siamo sicuri che – di fronte a questo sfacelo – lei rinnoverà il suo messaggio di speranza: ne abbiamo sentite tante, dai mille “sol dell’avvenire” alle “fine del tunnel”, sempre evocate e sempre deluse, con la china che diventa ripida e scende in un abisso senza soli né avvenire né, tanto meno, sbocchi all’aria pura. Sempre tenebre e treni contro i quali andare a sbattere.
Carlo Bertani in http://carlobertani.blogspot.com/2013/12/raccontane-unaltra-leonid-napolitanskj.html
Guarda gli altri video di Fuori Quadro su Vimeo
Una breve considerazione di Antonio Gramsci apparsa il primo gennaio del 1916 su l’Avanti! (edizione torinese, rubrica “Sotto la Mole”). Così scriveva il filosofo sardo: “odio questi capodanni a scadenza fissa che fanno della vita e dello spirito umano un’azienda commerciale col suo bravo consuntivo, e il suo bilancio e il preventivo per la nuova gestione. Essi fanno perdere il senso della continuità della vita e dello spirito. […] Odio il capodanno. Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore. Nessun travestitismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano”.
http://www.lospiffero.com/cronache-marxiane/capodanno-con-gramsci-14322.html
"Mi piace""Mi piace"