Dall'Islanda all'Italia

[estratto]

Islanda Chiama Italia - Libro Osservavo dall’alto l’Islanda scomparire oltre l’orizzonte curvo, poi dopo qualche ora di mare apparire l’Inghilterra, infine il continente. Tornavo in Italia con la testa piena zeppa di ricordi, nozioni, date, impressioni, ma senza alcuna risposta concreta alle tante domande che sapevo mi sarebbero state fatte, alle mille obiezioni. «L’Islanda non è l’Italia!» «Come si può paragonare un Paese di 320mila abitanti a uno di 60 milioni?» «L’economia italiana è troppo devastata per riuscire a rialzarsi»

Già, l’Italia non è l’Islanda. Il debito pubblico italiano è pari a 2mila miliardi di euro, il debito Icesave che gli islandesi si sono rifiutati di pagare non superava i 5 milioni. E poi ci sono lo spread impazzito, che fa crescere gli interessi sul debito, e mille problemi immensamente più complessi di quelli che poteva affrontare una nazione come l’Islanda.

Ma dagli 8mila metri di altitudine in cui mi trovavo il mondo si vede in maniera più chiara e distaccata. Se ne percepisce la forma curva, quasi si intuisce la sua interezza sferica oltre l’orizzonte. E osservando il mondo da così in alto non ho visto altro che mare, rocce, montagne e vallate. Giuro. Nemmeno una traccia dello spread, né del debito, né degli otto mondi paralleli e virtuali che lo sovrasta Il mondo visto dall’alto sembra molto più semplice, lineare e fisico di quello osservato ad altezza del suolo. Vedevo fiumi e città, potevo immaginare il lavoro degli esseri umani nei campi, negli uffici, le chiacchiere nei bar. Ma i flussi di denaro, quelli proprio non riuscivo a vederli né a immaginarli. Giunsi a una conclusione che sul momento mi apparve evidente, e che condividerò a costo di sembrare un novello Don Ferrante: non esistono.

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Indice

  • Prefazione di Loretta Napoleoni
  • Introduzione
  • Capitolo 1 – L’ascesa e la caduta
  • Capitolo 2 – Ribellione
  • Capitolo 3 – Dall’Islanda all’Italia
  • Conclusioni
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Andrea Degl’Innocenti

Andrea Degl'Innocenti

Andrea Degl’Innocenti è un giornalista che si occupa ormai da anni di economia e politica internazionali. Dal 2010 collabora con la testata giornalistica “Il Cambiamento”, per la quale si è spesso occupato delle vicende islandesi. Nell’aprile-maggio 2012 è stato in Islanda per raccogliere materiale e intervistare i protagonisti delle rivolte.

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Per chi vuole approfondire il problema, consigliamo anche la lettura di

http://terzapaginainfo.wordpress.com/2014/01/25/quante-volte-dobbiamo-ripeterlo/

come di tutti gli altri articoli correlati del blog

4 pensieri su “Dall'Islanda all'Italia

  1. Miserie di casa nostra
    Movimento 5 Stelle beppegrillo.it Emilia-Romagna: IL PD E’ IN DIFFICOLTA’, REPUBBLICA INTERVIENE

    ————————————————————————

    Il Pd è in seria difficoltà e Repubblica interviene: forse è bastata una telefonata e il giornale si trasforma, a scapito dei lettori e dell’informazione, in un’arma di partito. Lo screenshot che vedete, è l’apertura del sito di Bologna. A differenza delle agenzie, che riportano i dati usciti dalla Procura (e qui consultabili: ansa; dire), e delle altre testate giornalistiche, che per l’appunto fanno informazione, Repubblica è l’unica a puntare il dito sul Movimento 5 Stelle: “i consiglieri a 5 stelle mangiano più dei democratici”, si legge.

    9000 euro a testa, diviso 19 mesi, fanno 22 euro al giorno utilizzati per il pranzo dei dipendenti, all’epoca si aggirava fra le 9-11 persone.

    Basta un rapido calcolo, che evidentemente a Repubblica non sanno fare, di cifre che se avessero voluto essere indagate, si sarebbero potute trovare tranquillamente sul nostro sito da tre anni.

    Ebbene, io non intendo essere accomunato a gentaglia che si permette di andare a spese della Regione in vacanza a Venezia o a incontri di partito sulla costiera amalfitana, senza per altro dare la minima spiegazione. Il posto più esotico in cui ho portato i miei dipendenti è stata la Bocciofila dietro la Regione durante le giornate di lavoro.

    Non ci sono cene, né pazze né normali, pertanto l’accostamento vergognoso e indecente tra le “cene pazze” e il Movimento 5 stelle fatto dal giornale di Scalfari, probabilmente piccato per la risposta di Grillo al suo commento interminabile di ieri, sarà oggetto di querela.

    Non intendo lasciar passare il tentativo di infangare un lavoro onesto, mio e di tantissimi cittadini, che a differenza del Pd, possono partecipare direttamente al controllo del nostro operato.
    Anche perché, le spese riportate non sono state contestate, ma fanno parte dei dati rilasciati dalla procura a titolo informativo, come chiunque può leggere. La contestazione sta nella legittimità di andare a Venezia, non alla Camst con i dipendenti.

    Lo sappiamo, il Pd fa’ il suo gioco. Più triste è che lo faccia un giornale. E ora a smentirlo non siamo noi “grillini complottisti”, ma le altre testate giornalistiche.

    Resta il fatto che io non ho intenzione di continuare a essere messo in mezzo a questo calderone. Non tanto perché sono certo di essere una persona onesta, ma perché la dimostrazione della trasparenza, spesa per spesa, scontrino per scontrino, che abbiamo dato, non permette nessuna illazione, nessuna virgoletta, nessun aggettivo pazzo o non pazzo.

    Evidentemente, partito e giornale proprio non riescono a concepire ed eventualmente a mandare giù il fatto che si possa agire diversamente da loro, ovvero onestamente.

    Andrea Defranceschi, capogruppo Movimento 5 Stelle Regione Emilia-Romagna

    Leggi e commenta: http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna/2013/11/-il-pd-e-in.html

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  2. C’è anche la “via francese” :
    http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/11/krugman-denuncia-il-complotto-europeo.html
    Ma Standard & Poor’s ha declassato il rating della Francia.
    E Krugman l’ha denunciato come “manovra politica destabilizzante”.
    E’ stata punita per aver “osato” salvaguardare lo stato sociale.
    E’ la prima volta che un economista di punta americano, nonchè consulente della Casa Bianca e professore e maestro di colei che tra trentadue giorni andrà a guidare la Federal Reserve Usa, sbugiarda i ratings americani denunciandone l’uso politico.

    La vera guerra in corso è tra gli oligarchi del privilegio e la cittadinanza che lavora.
    I due fronti bellici sono molto chiari e netti e la scelta è molto semplice.
    Il mondo, ormai, si divide tra chi fa la guerra contro i poveri e chi fa la guerra contro la povertà.

    In Francia hanno scelto di schierarsi contro la povertà.
    E per loro (come li invidio) il primo step passa attraverso la valorizzazione della propria Cultura.

    Perchè l’Italia non lo ha fatto?

    Sergio Di Cori Modigliani

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  3. Ma la vittoria finale sarà tedesca:
    “Chiunque parli con le cuspidi del potere economico tedesco sa che la battaglia d’Italia sono ora decisi a vincerla loro, i tedeschi, comprando a prezzi di svendita tutto ciò che è possibile. Ai francesi danno qualche spaziale consolazione e agli Usa non possono opporsi rispetto ai grandi gruppi, ma le medie imprese tascabili e co. – tra parentesi, ne abbiamo perse il 20% in questi ultimi due anni, ossia circa mille! – debbono finire in mano tedesca secondo una logica di complementarietà nella maggioranza dei casi e non di distruzione tipo quella operata da Prodi e compagni quando fecero le privatizzazioni.”
    Giulio Sapelli

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