Filosofia della politica

Martedì 28 maggio ore 17
INCONTRO CON L’AUTORE

Francesco Lusciano – FILOSOFIA DELLA POLITICA (A&P Editrice, 2011)
Filosofia della Politica Perché “Filosofia della politica”? Oggi il termine politica è, in gran parte dell’Occidente, negativo, in quanto esprime una teoria e una pratica non in grado di migliorare le sorti dei cittadini. Spesso si identifica con interessi di parte e di casta. A ragione lo si associa a corruzione, malversazione, truffa. Eppure la politica rappresenta l’unico strumento per migliorare le sorti della ‘polis’ sia su scala nazionale che universale. È dunque fondamentale ridare a questo nobile concetto tutto il suo valore e forza nel Terzo Millennio. (Nota dell’Autore)
Francesco Lusciano, ex insegnante e giornalista, vive a Chioggia dove in passato ha ricoperto la carica di Assessore alla Cultura. Tra i suoi scritti citiamo il saggio “Filosofia della felicità” pubblicato nel 2011 e il romanzo “Frau, mi permette un tango” del 2010

Un pensiero su “Filosofia della politica

  1. Lo sapevamo 40 anni fa, lo vediamo adesso, eppure c’è gente che non lo ha ancora capito:

    Anch’io devo andare sempre avanti
    senza smettere un momento
    devo andare sempre avanti
    e lavorare, lavorare, lavorare
    e continuare a lavorare, lavorare, lavorare
    e non fermarsi mai.

    E non fermarsi mai
    e non fermarsi mai
    e avere dentro il senso
    che non sei più vivo
    e faticare tanto
    trovarsi con un vecchio amico
    e non saper che dire.
    Capire che non ho più tempo
    per il riso e il pianto
    saperlo e non aver la forza
    di ricominciare.

    Non è che mi manchi la voglia
    o mi manchi il coraggio
    è che ormai son dentro
    nell’ingranaggio.

    Ricordo quelle discussioni
    piene di passione
    di quando facevamo tardi
    dentro a un’osteria.
    L’amore, l’arte, la coscienza
    la rivoluzione
    sicuri di trovar la forza
    per andare via.

    Non è che mi manchi la voglia
    o mi manchi il coraggio
    è che ormai son dentro
    nell’ingranaggio.

    L’ingranaggio.
    Questo ingranaggio così assurdo e complicato
    così perfetto e travolgente.
    Quest’ingranaggio fatto di ruote misteriose
    così spietato e massacrante.
    Quest’ingranaggio come un mostro sempre in moto
    che macina le cose, che macina la gente
    sì, anch’io, devo andare sempre avanti,
    senza smettere un momento
    devo andare sempre avanti
    e lavorare, lavorare, lavorare
    e continuare a lavorare, lavorare, lavorare
    e non fermarsi mai!

    E non fermarsi mai
    e non fermarsi mai
    e ritornare a casa
    silenzioso e stanco
    senza niente dentro
    appena il cenno di un sorriso
    senza convinzione.
    La solita carezza al figlio
    che ti viene incontro
    mangiare e poi vedere il film
    alla televisione.

    Non è che mi manchi la voglia
    o mi manchi il coraggio
    è che ormai son dentro
    nell’ingranaggio…

    Gaber, 1972

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