Tutto Calvin & Hobbes

Finalmente in libreria i primi tre volumi dell’opera omnia di Calvin and Hobbes di Bill Watterson, in una nuova edizione da collezione. Due elementi novità: per la prima volta tutte le strisce che rispettano il corretto ordine cronologico della pubblicazione originaria. Ogni volume ha la copertina cartonata e il dorso in tela per rendere il prodotto più bello e resistente. Il Volume Uno contiene una nuova introduzione appositamente scrit ta da Bill Watterson che racconta la storia, i retroscena e i piccoli grandi segreti sul mondo di Calvin and Hobbes. Formato: cartonato con costa telata, cm 27,5 x 24, pagine 144

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Convegno sulla critica ( in streaming)

CRITICA DELLA CRITICA
convegno a cura di Giacomo Manzoli e Paolo Noto

giovedì 31 gennaio, dalle ore 15.30 e venerdì 1 febbraio, dalle ore 9.30
nel Salone di palazzo Marescotti, in via Barberia 4 – Bologna

INGRESSO LIBERO fino esaurimento dei posti

Il centro CIMES del Dipartimento delle Arti (DARvipem) – Università di Bologna realizza due giornate di riflessione e confronto sulla critica cinematografica, dal titolo CRITICA DELLA CRITICA. Un convegno internazionale di studi, a cura di Giacomo Manzoli e Paolo Noto, per indagare lo stato attuale della critica e per pensarla non solo come certificazione estetica dei prodotti culturali ma come momento di discussione della complessità sociale di quegli oggetti.

In programma venti diversi interventi con studiosi, giornalisti, attivisti e operatori che si occupano di cinema e di cultura tra i quali, per citarne alcuni: Giuliana Benvenuti, Claudio Bisoni, Ilaria De Pascalis, Fabrizio Fei, Claudio Giunta, Roy Menarini, Andrea Minuz, Marco Santoro, Antonio Pascale (Corriere della Sera), Davide Turrini (Il Fatto Quotidiano), Wu Ming 1 e i britannici Alan O’Leary (University of Leeds), che terrà una relazione su “la critica, la cultura, il cinepanettone”, Mattias Frey (Università del Kent) che offre un punto di vista sulla critica nel Regno Unito, Catherine O’Rawe (Università di Bristol) con un intervento dal titolo “critica della critica di Riccardo Scamarcio.”.

Il convegno sarà anche visibile in diretta, in live streaming, dalla pagina http://archivi.dar.unibo.it/live-streaming/

Giovedì 31 gennaio, ore 15.30-19 e venerdì 1 febbraio ore 9.30-18, in salone Marescotti:
CRITICA DELLA CRITICA
convegno di studi a cura di Giacomo Manzoli e Paolo Noto

Spiegano i curatori: “Nell’ultimo decennio la critica cinematografica, complici i cambiamenti che hanno investito la produzione e la trasmissione degli audiovisivi, ha modificato luoghi e forme del suo esercizio. Si è radicata nelle università, ha colonizzato la rete, ha ridotto gli spazi tradizionali sulla stampa e nei mezzi di comunicazione tradizionali. Ma quanto è cambiata al suo interno, quanto ha veramente ridefinito modi e forme della sua esistenza? La nostra ipotesi è che la critica cinematografica non sia cambiata molto e che faccia fatica a liberarsi di modelli obsoleti. Il carisma, la centralità del giudizio di valore, la pervasività di finalità pedagogiche e normative, la mediazione tra massa e (presunti) depositari del sapere restano infatti ancora elementi fondanti il discorso critico, ben oltre la loro effettiva incidenza produttiva e sociale. Allo stesso tempo fattori quali la rimodulazione della tradizionale filiera dell’audiovisivo, la contrazione delle risorse economiche e la necessità di ripensare il ruolo degli enti pubblici in campo culturale aprono opportunità inedite, ma non del tutto sviluppate.
Critica della critica è un’occasione per discutere di questi temi con studiosi, giornalisti, attivisti e operatori che si occupano di cinema e di cultura. L’obiettivo non è soltanto quello di descrivere o comprendere lo stato attuale della critica cinematografica, ma soprattutto quello di ipotizzare modelli possibili e praticabili, nuove competenze e spunti di analisi per pensare alla critica non solo come momento di certificazione estetica dei prodotti culturali, ma come momento di discussione della complessità sociale di quegli oggetti”.

Informazioni al pubblico: CIMES Tel. 051.2092400 – http://www.dar.unibo.it

Rodotà e il reddito di cittadinanza

«In Europa – sostiene Stefano Rodotà, uno dei giuristi italiani che hanno partecipato alla scrittura della Carta di Nizza e autore de “Il diritto di avere diritti” – siamo di fronte ad un mutamento strutturale che spinge qualcuno ad adoperarsi per azzerare completamente i diritti sociali, espellere progressivamente i cittadini dalla cittadinanza e far ritornare il lavoro addirittura a prima di Locke. Per accedere ai beni fondamentali della vita come l’istruzione o la salute, dobbiamo passare per il mercato e acquistare servizi o prestazioni. Il reddito universale di cittadinanza è il tentativo di reagire al ritorno a questa idea di cittadinanza censitaria».

Il reddito di cittadinanza, dunque, non il «salario minimo sociale e legale» chiesto dal presidente uscente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. Come spiega questa dichiarazione?
Juncker ha mostrato più volte un’attenzione rispetto ad una fase nella quale debbono essere ripensati una serie di strumenti anche partendo da una riflessione più profonda sulla dimensione dei diritti. A parte la sua citazione di Marx, credo che la sua dichiarazione dovrebbe essere valutata alla luce dell’articolo 34 della Carta dei diritti fondamentali. In una delle sue carte fondative l’Ue si impegna a riconoscere il diritto all’assistenza sociale e abitativa e a garantire un’esistenza dignitosa ai cittadini. C’è un’assonanza molto forte con uno dei più belli articoli della nostra Costituzione, il 36. Considerati insieme, questi articoli offrono una chiave per considerare il reddito fuori dalla prospettiva riduzionistica con la quale di solito viene considerata. Diversamente dall’approccio del salario minimo, il reddito non può essere considerato solo come uno strumento di lotta contro la marginalità. In Europa non c’è solo la povertà crescente. Io credo che oggi la lotta all’esclusione sociale passi attraverso l’adozione del reddito di cittadinanza.

Cosa ne pensa del “reddito di sopravvivenza” proposto da Monti nella sua Agenda?
Monti si ispira all’idea riduzionista del welfare. La sua società è quella del capitalismo compassionevole di George Bush dove la vita degli esclusi è pari al grado zero dell’esistenza, un’esistenza che non è quella libera e dignitosa, è pura e semplice nuda vita. È l’idea che lo Stato deve cercare di non far morire i poveri. È una prospettiva inaccettabile. Se poi questo reddito di sopravvivenza è considerato non come la guida da seguire, ma come un passo per andare oltre verso il reddito di cittadinanza, non nel modo riduttivo in cui se ne sta parlando in questi giorni come il salario minimo, possiamo aprire una discussione qualitativamente importante nella cultura politica. Una discussione obbligata dati i tratti che ha la nostra Costituzione e la prospettiva indicata dalla Carta dei diritti. Esistenza e sopravvivenza sono però agli antipodi. Certo, dobbiamo considerare anche la sopravvivenza, ma quello cui noi dobbiamo guardare è l’esistenza libera e dignitosa.

Riesce ancora a mantenere una fiducia ammirevole nelle istituzioni europee e a non considerarle solo come l’emanazione diretta della Bce o della volontà tedesca di imporre politiche anti-inflattive e di rigore nei bilanci pubblici. Come mai?
Ma perché l’Europa non è a geometria variabile. Non può essere ridotta solo alle politiche economiche che assorbono tutte le altre dimensioni. Non è possibile ricordarsi degli aspetti virtuosi dell’Europa solo quando interviene per sanzionare i licenziamenti di Pomigliano oppure la legge italiana sul testamento biologico e dimenticarli quando impone di considerare l’economia come il Vangelo, con questa idea di mercato naturalizzato. L’Europa è un campo di battaglia. Io stesso ricordo la fatica di introdurre nella Carta di Nizza i principi di solidarietà e uguaglianza che prima mancavano.

Susanna Camusso (Cgil) sembra avere tutt’altra idea sulla proposta di Juncker e ha escluso il «salario minimo» perché danneggerebbe la contrattazione nazionale. Come lo spiega?Capisco la sua volontà di salvaguardare la dimensione contrattuale, ma la trasformazione strutturale che viviamo ci obbliga ad andare oltre questo orizzonte. Il tema capitale e ineludibile è il reddito universale di cittadinanza. Martedì 15 a Roma presentiamo il libro Reddito minimo garantito del Basic Income Network dove discuteremo anche le proposte di Tito Boeri e Pietro Garibaldi, persone tutt’altro che ascrivibili ad un’orizzonte estremista. Il reddito è uno strumento fondamentale per razionalizzare un sistema altamente disfunzionale e sgangherato come quello italiano sulle protezioni sociali. Nei primi giorni di governo l’aveva citato anche Elsa Fornero, poi ha abbandonato questa prospettiva.

Di solito la sinistra e i sindacati considerano il reddito come un ammortizzatore sociale. Lei ritiene che sia un approccio corretto?
Assolutamente no. Oggi non è più possibile considerarlo come uno tra i tanti ammortizzatori sociali perché dobbiamo cominciare a lavorare sulla distribuzione delle risorse. L’idea degli ammortizzatori sociali riflette un modo di guardare al precariato come un problema sostanzialmente transitorio che l’intervento dei governanti farà rientrare in una situazione di normalità. Oggi non è più così e il reddito è una precondizione della cittadinanza, uno strumento per affermare la pienezza della vita di una persona. Riguarda anche i lavoratori che si trovano in difficoltà, ma è un diritto di tutti i cittadini. Questa è la prospettiva. Dopo di che, lo dico sinceramente, questo è un processo. Come per tutti gli istituti che hanno innervato, attraverso il diritto del lavoro, il modo in cui la società si organizza, ci possono essere tappe diverse, momenti di avvicinamento progressivo.

Quali sono le prime tappe di questo processo?
Ripristinare l’agibilità democratica nelle fabbriche; difendere il diritto del lavoro dalla privatizzazione strisciante che non è una fissazione della Fiom o di Maurizio Landini; una nuova legge sulla rappresentanza sindacale ma soprattutto ripristinare il diritto all’esistenza che passa attraverso il reddito di cittadinanza. È una questione di cui non possiamo liberarci né con un’alzata di spalle come ha fatto Carlo Dell’Aringa, ma anche dicendo che il contratto funziona bene, il sindacato fa la sua parte, mentre invece nella società c’è più di qualcosa che non funziona. Dobbiamo pensare a una trasformazione radicale, proprio come accadde con lo Statuto dei lavoratori. Perché non dovrebbe accadere oggi?

Perchè forse allora c’era l’autunno caldo, la migliore cultura giuslavoristica con Giugni, Romagnoli, Mancini sostenne l’avanzata del movimento operaio. Oggi non è così…
C’è una certa sordità del sindacato perché ritiene che gli strumenti acquisiti siano sufficienti per fronteggiare qualsiasi situazione. Ricordo che Romagnoli gli ha rivolto critiche molto severe quando abbiamo elaborato e firmato il referendum contro le modifiche all’articolo 18 e contro l’articolo 8. In generale trovo spaventoso constatare i guasti della progressiva emarginazione del dialogo con la cultura politica. E questo non accade solo nel mondo del lavoro.

Tutti sperano che il 2013 sia l’anno del ritorno alla crescita dell’Europa. E’ più un auspicio, che la realtà. Mi sembra di capire che per lei la precondizione fondamentale anche per la crescita economica sia una trasformazione radicale del modello sociale vigente. Che tipo di modello sociale è quello fondato sul reddito di cittadinanza?
Non può non essere fondato sulla tutela e la garanzia dei diritti sociali che oggi vengono espulsi attraverso la naturalizzazione del mercato. Questo deve essere un punto di riferimento necessario per un nuovo modello sociale. Non voglio semplificare eccessivamente, ma se guardiamo oggi a quello che accade nel mondo è certo che esiste la prepotenza e la violenza della logica mercantile. Ma esiste anche tutta una serie di azioni politiche che cercano di ridurre il danno. Quello che è avvenuto negli Stati Uniti con gli interventi contro la disoccupazione o la riforma della Sanità di Obama, da molti considerata come un pannicello caldo, è invece una vera rivoluzione per gli Usa. Mi ricordo Hillary Clinton quando espose al Congresso la sua riforma sanitaria che fu spazzata via dalla potenza delle società di assicurazioni. Questo significa che la dimensione dei diritti sociali e il riferimento a principi fondativi è quello che noi dobbiamo avere presente.

Roberto Ciccarelli
(versione completa dell’intervista apparsa su “Il Manifesto” 12 gennaio 2013)

Leggi anche: Perché la politica italiana non capisce il reddito minimo garantito? di Giuseppe Allegri

Leggi: Salario o reddito? Il minimo che manca in Agenda di Roberto Ciccarelli

Leggi: “Il reddito di cittadinanza è un diritto universale” su Micromega

fonte: La Furia dei Cervelli

Cercasi redattore

La testata giornalistica on-line bondeno.com cerca un redattore per continuare il lavoro svolto finora di informazione sugli eventi culturali della zona Ferrara-Modena-Bologna.

Date le caratteristiche dell’associazione che lo gestisce, il lavoro si intende volontario e NON retribuito.

Può essere svolto da qualsiasi postazione telematica e non richiede molto tempo, essendo la attività già avviata.

Per informazioni, gli interessati possono contattare la redazione: redazione@bondeno.com

Inaugurazione

28 Gennaio

Le nuove abitazioni del quartiere Barco a Ferrara – Giornata inaugurale dei 76 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica
nuovi_alloggi_barcoPresso la sala conferenze della Biblioteca Bassani di Barco, via G. Grosoli, 42, alle ore 10,00 si terrà il
Convegno Politiche abitative, nuovi fabbisogni e crisi economica
Programma:
Introduzioni
Tiziano Tagliani – Sindaco Di Ferrara
Marcella Zappaterra – Presidente Provincia di Ferrara
Daniele Palombo – Presidente Acer Ferrara
Presentazioni
Diego Carrara – Direttore ACER Ferrara
Marco Cenacchi – Ufficio Progettazione ACER Ferrara
Marco Corradi – Coordinatore ACER Emilia Romagna
Conclusioni
Vasco Errani – Presidente Regione Emilia Romagna

Nella stessa giornata:
sarà inaugurata la mostra Barco quartiere rinnovato, allestita presso l’atrio e l’emeroteca della Biblioteca Bassani.
L’esposizione ripercorre le tappe più significative della storia del quartiere e della sua riqualificazione.

Alle ore 11,45 taglio del nastro ed inaugurazione dei 76 alloggi

Apertura straordinaria al pubblico della Biblioteca dalle ore 9 alle 13

Regione Emilia-Romagna
Provincia di Ferrara
Comune di Ferrara
ACER Ferrara

Nonostante tutto

Galleria OltreDimore
presenta

NONOSTANTE TUTTO
a cura di Raffaele Gavarro

Maria Crispal
Silvia Giambrone
Chiara Mu
Francesca Romana Pinzari
Francesca Pizzo

26 gennaio – 16 marzo 2013
inaugurazione sabato 26 gennaio
Galleria OltreDimore
Piazza San Giovanni in Monte 7, Bologna


Vorrei dirvi solo parole piene di rabbia, farvi promesse di vendetta e di violenze inevitabili.
Ve lo meritate. E forse ancora di più, ve lo aspettate. Ne sono sicuro. Come so che siete già pronti a evitare, a neutralizzare, usando tutti i modi leciti e illeciti possibili.
Invece no. Nonostante tutto quello che siete e quello di cui siete responsabili, noi siamo qui che riempiamo il vostro spazio, il vostro tempo e la vostra anima con quello che non avreste mai potuto nemmeno immaginare.
Consideratelo un dono.

E questa prima di ogni cosa è una dichiarazione di presenza e di resistenza.
La mostra Nonostante tutto, che si apre il 26 gennaio 2013 alla Galleria OltreDimore di Bologna, mette in scena le opere Maria Crispal, Silvia Giambrone, Chiara Mu, Francesca Romana Pinzari, Francesca Pizzo con l’intento di sottolineare soprattutto uno stato di generosità irremunerabile, in un contesto di degrado che fino a qualche anno fa era impensabile.

Nonostante tutto
, a cura di Raffaele Gavarro, è il lavoro corale di cinque giovani artiste italiane che hanno scelto di raccontare il loro “stare ostinato nel mondo” attraverso le tracce che vi lasciano, sapendo di donare anche quando il dono non è stimato come tale.
Una mostra al femminile, ma non sulla e della femminilità in alcun senso. Perché concepire e donare al mondo è un gesto profondamente femminile, di cui tutti oggi abbiamo bisogno. Di cui è importante anche solo ricordarne il valore fondativo.

La mostra collettiva raccoglie le opere video, le foto, i disegni e le installazioni nello spazio della galleria. In occasione dell’opening del 26 gennaio, in concomitanza con la Art City White Night di Arte Fiera, in tutto lo spazio dello showroom Dimore, attiguo alla galleria, e nella galleria stessa, a partire dalle ore 18 ogni artista agirà in una performance appositamente elaborata per Nonostante tutto.

Convegno internazionale

Venerdì 25 gennaio ore 15 – Convegno Internazionale
Prima Giornata

CARATTERI: FILOSOFIA E ARTE DELL’ESPRESSIONE –
Declinata secondo prospettive e intendimenti eterogenei, la nozione di ‘carattere’ risulta cruciale per intendere la storia delle idee estetiche e morali, sociali e politiche, dall’età classica alla contemporanea, con valenze teoretiche e pratiche che influenzano anche la letteratura e il teatro, la fisiognomica e la neuroestetica, le pratiche figurative e l’arte tipografica.
Saluti di Matteo Galli, direttore Dip. Studi Umanistici, Università di Ferrara
Presiede Silvana Vecchio, Università di Ferrara
Interventi di Paola Zanardi, Università di Ferrara, Ricordo di Giancarlo Carabelli
Anna Maria Belardinelli, Università La Sapienza, Roma, Teofrasto, Menandro e La Bruyère: il comico dei caratteri
Patrizia Castelli, Università di Ferrara, Caratteri e fisiognomica nello scorcio del XV secolo
Andrea Gatti, Università di Ferrara, Educazione estetica e carattere morale nel XVIII secolo
Eugenio Lecaldano, Università La Sapienza, Roma, David Hume e il carattere: tra critica dell’identità personale e riflessioni sulla morale
Emilio Mazza, IULM, Milano, David Hume e i pappagalli neri. Note ai Caratteri Nazionali

A cura del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara

» Sabato 26 gennaio ore 9 – Convegno Internazionale
Seconda Giornata
CARATTERI: FILOSOFIA E ARTE DELL’ESPRESSIONE –
Presiede Marco Bertozzi, Università di Ferrara
Interventi di Cristina Paoletti, Università di Ferrara, Dugald Stewart: abiti mentali, educazione del carattere e vizi dei filosofi
Sandro Cardinali, Università di Ferrara, Goldoni e la critica ai costumi borghesi
Matteo D’alfonso, Università di Ferrara, Schopenhauer e la sfida del carattere
Fernando Vidal, ICREA, Barcellona, L’espressione corporea nella pittura: il punto di vista della neuroestetica
Fabrizio M. Rossi, Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie, Roma, Il carattere dei caratteri: sistemi di classificazione e nuove tendenze nella tipografia

A cura del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara

Presso Biblioteca Ariostea, via Scienze 17, Ferrara

Zolfo, carbone e zanzare

24 gennaio ore 17

Presentazione volume – Zolfo carbone e zanzare
VerdiniIl 24 gennaio, alle ore 17, presso l’Auditorium della Biblioteca Comunale Giorgio Bassani – via Grosoli 42 (Barco) Ferrara, presentazione del volume: Lilith Verdini, Zolfo carbone e zanzare Migrazioni fra luoghi e culture. Il caso Cabernardi negli anni Cinquanta
Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche
Intervengono: Roberto Roda e Gian Paolo Borghi
Questo libro parla di migrazioni. Movimenti di marchigiani, uomini, donne, famiglie, che si spostano da una regione all’altra del nostro continente e del nostro paese. Basterebbe già questo per renderlo sicuramente attuale nel momento in cui il tema delle migrazioni – quelle degli altri – irrompe quotidianamente nel dibattito sociale e politico alimentando speranze, dubbi, paure. Le Marche sono state, fino ad un passato non troppo lontano, terra di emigrazione ed è proprio la memoria di questa dura esperienza di fatica e solidarietà che fa oggi della nostra regione un luogo di accoglienza in grado di confrontarsi con la cultura degli altri senza preclusioni e intolleranze.
Il protagonista principale di questo lavoro di ricerca, a ben guardare, è il lavoro come elemento attorno al quale si plasmano i valori fondamentali della dignità e della libertà dell’uomo. Rivive in queste pagine la storia dei minatori di Cabernardi costretti a una dura migrazione che li porta dai giacimenti di zolfo della nostra regione, agli impianti chimici di Pontelagoscuro e agli abissi carboniferi del Belgio. L’analisi sociologica indaga il modo in cui questo movimento di uomini ha inciso sulla formazione delle coscienze, sui passaggi di generazione, sul rapporto con la terra d’origine. Chi guarda con rispetto alla centralità del lavoro rilegge con una certa emozione la cronaca della strenua lotta portata avanti dai minatori per evitare la chiusura degli impianti marchigiani e la successiva dolorosa esperienza che li vede merce di scambio fra governi che barattano gli uomini con il carbone. Una storia di fatica, di sofferenze, ma anche di grande dignità: il lavoro dei marchigiani diventa filo conduttore e collante di una esperienza di vita in cui la memoria si intreccia con la solidarietà e i valori propri della gente marchigiana si collocano in una dimensione nazionale ed europea. E quando, oggi, parliamo di Europa, non dobbiamo dimenticare che alla costruzione della nuova identità continentale, prima ancora di tutti gli altri, hanno contribuito i lavoratori – e fra questi tanti marchigiani – che hanno portato ovunque il segno dell’intelligenza e della creatività.
L’autrice: Lilith Verdini vive ad Arcevia. Laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Bologna, coltiva i suoi interessi culturali nell’ambito della storia locale e della geografia umana. Questa ricerca è la sua prima opera. Sul tema dell’emigrazione ha realizzato anche due cortometraggi: La vita era stretta un bel po’ (2007) e La maestra del Cantarino (2008).
Testi tratti dalle pagine web: http://www.emigrazione.it/

Comune di Ferrara
Servizio Biblioteche e Archivi
Centro di Documentazione Storica
Biblioteca Comunale Bassani

Tra realtà e immaginazione

Gian Paolo Barbieri, Jill Kellington, Vogue France, Port Sudan, 1974
24 gennaio 2013
SUЯREAL. Tra realtà e Immaginazione
Frassinagodiciotto (Bologna)

Artistocratic, la galleria on line di fotografia d’autore, presenta per il quarto anno a Bologna l’evento OFF in occasione di Arte Fiera 2013. La mostra SUЯREAL – Tra Realtà e Immaginazione vede come protagonisti due maestri della fotografia italiana, Ferdinando Scianna e Gian Paolo Barbieri. Dopo l’esposizione alla Bourse de Commerce di Parigi durante la settimana dell’arte, Artistocratic propone ai collezionisti e agli amanti della fotografia d’arte le opere che raffigurano la realtà in bianco e nero della Sicilia di Ferdinando Scianna a confronto con le immagini di moda, colte dagli scatti di Gian Paolo Barbieri, realizzate all’interno di scenari onirici e surreali.

La mostra SUЯREAL, realizzata con il contributo di Unipol Banca, apre al pubblico il 24 gennaio 2013 all’interno degli spazi, anch’essi surreali di Frassinagodiciotto, dove il mix di architettura e design creano la perfetta mis-en-scène dell’esposizione “tra realtà e immaginazione”.

La realtà è quella di Ferdinando Scianna, il primo fotografo italiano a entrare nella prestigiosa agenzia Magnum Photos e vincitore del Premio Nadar per il libro “Feste religiose in Sicilia”, il ritratto della Sicilia delle feste religiose profondamente radicate nella tradizione dell’isola, dove Scianna si ritrova sbalordito in mezzo a impressionanti pellegrinaggi, come quello per i santi Alfio, Cirino e Filadelfo al santuario di Tre Castagni o a Baucina, dove si celebra un’interminabile notturna processione, per la miracolosa Santa Fortunata. E in tanti altri paesi siciliani, tra riti splendidi e intensi. La fotografia è lo strumento ideale per raccontare la realtà e le parole di Leonardo Sciascia descrivono l’identità di reporter di Ferdinando Scianna “È il suo fotografare, quasi una rapida, fulminea organizzazione della realtà, una catalizzazione della realtà oggettiva in realtà fotografica: quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e – in definitiva – al suo stile.” L’impronta di fotoreporter è sempre presente nell’arte di Scianna anche quando per la prima volta, quasi inaspettatamente, si trova a essere fotografo di moda negli scatti che raffigurano Marpessa, modella e musa ispiratrice della prima campagna pubblicitaria di Dolce&Gabbana che porta la sua firma. Nasce una nuova e rivoluzionaria fotografia di moda: Scianna “mette” la modella nel contesto della vita, all’inizio “con un certo senso di colpa”, perché questo modifica la realtà, poi però si accorge che così facendo si creano nuove storie che possono essere raccontate attraverso il suo reportage. Scianna diventa quindi interprete di una “fotografia di moda come una specie di metateatro della fotografia di reportage”.

Dal teatro del reale di Scianna al teatro dell’illusione nell’opera di Gian Paolo Barbieri, il fotografo che ha saputo trasmettere con elegante originalità il mondo della moda, attraverso immagini raffinatissime e artificiosamente perfette. L’artista che ha ‘messo il mondo in posa’, il fotografo dei grandi stilisti, da Valentino ad Armani, da Versace a Ferré che ha saputo creare, fin dagli anni Sessanta, la giusta liaison tra moda e arte contemporanea. Artistocratic propone in mostra un’inedita selezione di scatti vintage del 1969 per un servizio di Valentino. Si svela una Audrey Hepburn “al naturale”, come sempre sorridente e ironica, avvolta in un seducente vestito di raso nero o mentre indossa un particolare abito bianco. Poi le foto per Vogue degli anni Settanta (Barbieri ha realizzato la prima copertina di Vogue Italia nel 1965), dove modelle diventano attrici in luoghi quasi surreali, sia con l’uso del bianco e nero che con colori pop. L’arte di Barbieri è perfettamente descritta dalle parole di Anna Piaggi, grande giornalista di moda e “icona dell’irriverenza estetica” – come l’ha definita Vogue. “Gian Paolo Barbieri come un artista-artigiano del Rinascimento? In realtà la sua fotografia di moda, soprattutto negli anni ’70, ha la struttura e il perfezionismo, la ricostruzione maniacale dei dettagli e la grandeur di un’opera classica, a tratti…leonardesca! […] Il percorso di Barbieri si svolge seguendo idealmente due diverse storie. Da una parte, forse più cinematografica, in una vera galleria di beauty pictures […] Dall’altra un Barbieri teatrale: i sets, le locations senza confini. Vere o ricostruite, con immagini da Big Productions, ma anche da geniale artigiano. […] Ed ecco che il suo continuo gioco di effetti speciali, cinematografici, ma soprattutto pittorici, fa pensare a Edward Hopper, a Matisse… E l’Artificiale prevale, con ironia, sul Naturale”.

In occasione della bipersonale SUЯREAL – Tra Realtà e Immaginazione, in mostra a Frassinagodiciotto – dal 24 gennaio al 3 febbraio 2013 – Artistocratic conferma anche offline la sua articolata proposta di fotografia d’autore. Su http://www.artistocratic.com sono oltre 90 i fotografi e 500 le opere dagli artisti contemporanei ai maestri del ‘900. La galleria on line rappresenta sempre di più un canale innovativo per giovani e per esperti collezionisti che vogliono arricchire la loro ricerca di opportunità di investimento nel mondo della fotografia d’arte con uno strumento efficiente e ricco di contenuti.

website: www.artistocratic.com

Libri preziosi in Ariostea

Giovedì 24 gennaio ore 17 – Testo e Contesto Libri preziosi in Ariostea

Claudio Sgarbi – IL VITRUVIO FERRARESE
La Biblioteca Ariostea di Ferrara conserva un manoscritto rinascimentale straordinario per la Storia dell’Arte e dell’Architettura. Si tratta in assoluto del primo tentativo di illustrare sistematicamente il trattato di Vitruvio, “De Architectura”. Ancor più affascinante è quanto si conosce del suo autore, un amico “fraterno” (come scrive Luca Pacioli) di Leonardo da Vinci: Giacomo Andrea da Ferrara. La collaborazione tra questo fedelissimo cortigiano di Ludovico il Moro e il genio del Rinascimento traspare, a volte proprio in senso letterale, come vedremo, nelle pagine e nei disegni di questo capolavoro.
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea