
E’ ormai dato per scontato che il canto non è solo un mezzo per esprimere e per comunicare contenuti di intima esperienza, di individuale gioia o sofferenza, ma di un determinato vissuto epocale e collettivo, in alcuni casi non per darne inevitabile ridondanza ma per divenire motivo di nuove contaminazioni popolari, anzi di nuovi comportamenti sociali. E da qui la nascita della canzone alla moda, quella “gettonata” durante il rinnovarsi dell’estate, come ad esempio. “Guarda come dondolo” (sinonimo di spensieratezza e di vacanza ) o quella foriera di nuove speranze per una vita migliore, per un desiderio impellente di cambiare, di sentirsi protagonista nella consapevolezza che tutto questo può essere solo una semplice illusione, un poetico momento per raggiungere quel piccolo raggio invisibile che ci segue fin dalla nascita e si chiama: felicità (es. “!Mille lire al mese”). La canzone quindi come un ritornello senza tempo caratterizzante il costume di un popolo, in partic olare quello italiano che, parafrasando il nostro insuperabile Leopardi, ha, di fatto cementato gli italiani più di qualunque vocazione nazionale. (F.F.)
A cura dell’Associazione Culturale Olimpia Morata di Ferrara

È questo il terzo volume interamente dedicato alla vita di Adriano. La biografia dell’Imperatore viene costruita soprattutto attraverso gli scritti dei principali autori latini: da Elio Spartiano a Dione Cassio. Numerose sono le curiosità storico-culturali approfondite. Gran parte dell’opera è imperniata sui viaggi che interessarono Adriano fino a poco prima della sua morte. Ogni provincia è rigorosamente raffigurata sulle monete, per celebrarne l’importanza e l’opera di risanamento economico e architettonico voluta dal celebre imperatore. Completa l’opera una carrellata di monete provenienti dalle principali province romane.
A cura dell’ Associazione Proloco di Ferrara
ECO ENSEMBLE TRIO –
Morena Mestieri, flauto
Anna Bellagamba, pianoforte
Paola Fundarò oboe
Il Trio Ecoensemble, presenta la sua ultima produzione musicale. La Formazione, tra le poche in Europa a dedicarsi esclusivamente allo studio e all’interpretazione del repertorio per flauto, oboe e pianoforte, è attiva da diversi anni, e ha già pubblicato in passato un compact disc presso l’editore Eurarte interamente composto di opere originali di rara esecuzione, alcune delle quali in prima registrazione assoluta. Questa ultima creazione, è stata favorevolmente accolta dalla critica specializzata, che ne ha apprezzato in particolare l’accurato lavoro di ricerca sul testo e la fedeltà all’originale, unito alla brillantezza dell’esecuzione.
LA VERITÀ IMPROBABILE DELL’ IMMAGINE OTTICA, DOPO BLOW UP.
L’influenza di Blow Up sulla fotografia: la ricerca della concettualità fra la fine degli anni sessanta e gli anni settanta del ‘900: Giuliani, Vidoni, Vaccari e altri.
Data: Giovedì 26 aprile 2012, ore 21,00
Sede: Ferrara, Sala della Musica, Chiostro di San Paolo, via Boccaleone 19
Contenuti della conversazione
Già Deserto rosso, precedente film di Antonioni aveva indicato alla fotografia a colori la via dell’astrazione. Questa lezione fu raccolta da uno dei fotografi italiani che più ha saputo guadagnarsi notorietà all’estero, il modenese Franco Fontana. Ma Blow Up ebbe nell’universo della fotografia un impatto ben maggiore di Deserto rosso e finì per condizionare (anche negativamente) un’intera generazione di giovani fotografi. La rarefatta e sensuale riflessione concettuale, offerta da Antonioni sull’ambiguità e la polisignificanza della fotografia e sull’erotismo fotografico, venne idealmente raccolta in Italia da una gruppo di fotografi concept (o forse sarebbe meglio parlare di artisti fotografi) che, va rilevato, vantavano origini ferraresi o comunque emiliane. Tre nomi sopra tutti meritano di essere ri-considerati il ferrarese Michelangelo Giuliani, il centese Bruno Vidoni e il modenese Franco Vaccari. Ripercorrerne sinteticamente le loro produzioni e quelli di altri sperimentatori aiuterà i corsisti a scoprire che molte “novità” proposte dal mercato dell’arte contemporanea tali sono in apparenza, e solo per evidente perdita di memoria. Del resto il mercato dell’arte, per espandersi, ha spesso necessità di “dimenticare”similmente a ciò che accade in altre “istituzioni” sociali.
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