
L’incontro propone un itinerario di lettura per riflettere sul rapporto tra scienza e fede nell’opera di Galileo, in preparazione allo spettacolo di Marco Paolini “ITIS GALILEO” (in scena dal 10 al 13 febbraio al Teatro Comunale di Ferrara).
A cura degli Amici della Biblioteca Ariostea


Gian Carlo Calza è il curatore delle più importanti rassegne dedicate al mondo orientale che siano mai state realizzate nel nostro Paese. Solo per citarne una bisogna ricordare la sua grande mostra “Hokusai. Il vecchio pazzo per la pittura” allestita al Palazzo Reale di Milano. Un enorme e meritato successo che contribuì a far conoscere al vasto pubblico la straordinaria civiltà giapponese illustrata attraverso le opere più significative di quel grande maestro, pietra miliare della storia dell’arte non solo del Sol Levante ma anche della nostra cultura europea che, soprattutto agli inizi del secolo scorso, a Parigi e a Londra, attinse a piene mani da quel magico e straordinario contenitore. Sia per quanto riguarda la pittura, sia per quanto riguarda lo stile.
Sei Giovedì di varia psicologia a cura di Stefano Caracciolo – Università di Ferrara
MASSA E POTERE DI ELIAS CANETTI: CINQUANT’ANNI DOPO – Ne parlano UBALDO FADINI (Università di Firenze) e LEONARDO DADDABBO (Università di Ferrara)
Introduce MARCO BERTOZZI
Nel 1960 appare un libro anomalo e sconcertante. Massa e potere – questo il titolo – è costato al suo autore, Elias Canetti, alcuni decenni di ricerche, letture, indagini, guidate da una specie di lucidissima ossessione. È un libro scritto in un linguaggio nitido e terso, che non appartiene a nessuna disciplina, ma inquieta tutti i campi che attraversa (filosofia, sociologia, antropologia). Canetti crea pensiero attraverso incontri e incroci inattesi, dove ciò che è essenziale si trova quasi sempre nascosto in ciò che sembra del tutto banale. Si apre così davanti al lettore un intrico di storie, personaggi, narrazioni, descrizioni, in cui contemporaneo e arcaico si richiamano costantemente, animali e umani non hanno interrotto la loro continuità, il fuoco, la foresta e il mare parlano di come gli uomini rappresentano il proprio modo di unirsi. A cinquant’anni dalla sua pubblicazione, i due temi fondamentali del libro – un potere fin dall’origine intrecciato ad ogni mani festazione della vita e l’esperienza di un’unità più grande e più profonda dell’individuo – stanno ancora davanti a noi decisivi e irrisolti.
A cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea
C.so Giovecca 148/a
16.30
Ingresso: libero
Tel. 041 5904893
Via Don Tazzoli
16.00
Ingresso: libero
tel. 0532 215911
http://www.sambefe.it
Vicolo Santo Spirito 11
16.30
Ingresso: libero
Tel. 0532 209370
Rotonda Foschini
17.00
Ingresso: libero
Tel. 0532 202675
http://www.teatrocomunaleferrara.it/incontri11/incontri_workshop.asp
C.so Govecca
8.15
Ingresso: libero
Tel. 0532 242418
Presentazione del libro “I testimoni muti” di Diego Zandel
Centro Pandurera, Venerdì 11 febbraio 2011
Ore 9.30
Nell’ambito delle iniziative correlate al Giorno del Ricordo, l’Assessorato alla Cultura e l’Istituto Statale d’istruzione tecnica Bassi-Burgatti, promuovono la presentazione del libro “I testimoni muti” ed. Mursia, venerdì 11 febbraio 2011, alle ore 9.30, presso l’Auditorium “C. Govoni” del Centro Polifunzionale Pandurera di Cento.
Sarà lo stesso autore Diego Zandel, scrittore e giornalista, a presentare la pubblicazione, imperniata sulle vicende dei profughi giuliano dalmati nell’immediato sopoguerra.
La terribile pagina di storia a cui fa riferimento il Giorno del Ricordo è quella che interessò i territori dell’Istria a partire dall’autunno del ’43, subito dopo l’armistizio, fino al 1947, dove furono rastrellate, deportate e uccise migliaia di persone, per lo più italiani, dai partigiani dell’esercito di Tito.
L’inizio dell’eccidio risale al ’43, subito dopo l’armistizio, nell’Istria abbandonata dai soldati italiani e non ancora controllata dai tedeschi, quando i partigiani slavi gettarono nelle foibe (fosse rocciose profonde fino a 200 metri) centinaia di cittadini italiani considerati “nemici del popolo”.
Lo sterminio fu condotto senza distinzioni politiche, razziali ed economiche, seguendo le direttive di Tito che ordinava di eliminare i fautori del nazionalismo secondo un disegno che prevedeva l’epurazione attraverso torture, fucilazioni e infoibamenti.
La persecuzione, soprattutto in quella “terra di nessuno” vicina al confine sottoposta all’amministrazione jugoslava, la violenza e l’efferatezza delle esecuzioni, precedute spesso da processi sommari, torture e linciaggi, determinarono l’esodo che nel dopoguerra allontanò quasi tutta la popolazione italiana dall’Istria.
Nel libro “I testimoni muti” ricordi personali e storia s’intrecciano sul filo di una memoria personale che si fa pagina di storia collettiva.
La voce narrante è quella di un bambino nato in un campo profughi, cresciuto in estrema povertà circondato dal silenzio doloroso degli adulti; sarà l’incontro con un uomo, un testimone muto della tragedia a condurlo verso una nuova consapevolezza delle sue radici e della sua storia.
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Per il ciclo Parole D.O.C, il critico cinematografico Paolo Micalizzi ha presentato ieri all’Ipercoop “Il castello” due suoi recenti lavori:
–Antonio Sturla. Il pioniere del cinema ferrarese e Là dove scende il fiume.Il Po e il cinema. Li trovate entrambi scontati del 15% nel reparto libri dei due supermercati e anche online.
Di Sturla vi consigliamo il video del 1934 sulla lavorazione delle anguille e dei luoghi del cinema ferrarese vi consigliamo di scaricare il PDF dell’opuscolo pubblicato dalla provincia di Ferrara che trovate sul portale turistico Ferrara Terra e Acqua.
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