Vox populi, vox dei

Passando per piazza, capita di sentire discussioni al volo:  stamattina uno si lamentava, col solito interlocutore silenzioso, del fatto che, negli ultimi trent’anni, a Bondeno, non si è vista una personalità in grado di tirarci fuori da questa decadenza.

Dal momento che è una domanda che, per ragioni anagrafiche, mi pongo spesso anch’io, proviamo ad aprire un dibattito.

Anzitutto,  se si utilizzano indicatori economici, probabilmente alla decadenza non siamo ancora arrivati e poi è caratteristica dei bondenesi denigrare il locale e magnificare l’orto del vicino (che, per altro, non frequentano).

Proviamo allora a puntare l’attenzione sull’aspetto della mancanza di “personalità”, qui il dibattito si fa spinoso: come si fa a sapere chi vale?

Se ci affidiamo ai media è finita: qui regna l’esaltazione della mediocrità all’insegna di non disturbare il manovratore.

Una figura che si imponga per le sue spiccate doti personali, anche se nasce qui (e statisticamente ne nascono e qualcuna l’ho anche conosciuta), difficilmente troverà qui il terreno favorevole alla sua affermazione (nemo propheta in patria).

A questo punto ci rimane solo qualcuno in grado di svolgere onestamente il proprio mestiere senza infamia e senza lode, a patto che:

1) lo lascino lavorare;

2) non si abbiano aspettative messianiche nei suoi confronti;

3) si smetta di giocare al “capirissimo”

Paolo Giatti

0 pensieri su “Vox populi, vox dei

  1. Quando in piazza si parlava di politica: sarà quasi una serata d’altri tempi quella di venerdì 25 giugno in Piazza Maggiore, con la collettività riunita a guardare la propria storia, degli ultimi decenni, e a ragionare sul proprio presente, un presente che agli occhi di molti (forse di tutti) appare così incredibilmente diverso.
    Cosa sia cambiato non sarà così facile capire, ma certamente ci aiuteranno le preziose immagini che Michele Mellara e Alessandro Rossi hanno raccolto per il documentario La febbre del fare. Bologna 1945-1980, prodotto dalla Cineteca di Bologna e da Mammut Film, con il sostegno dell’Archivio Storico del Comune di Bologna.
    Dopo l’edizione in DVD del film (sempre per le Edizioni Cineteca di Bologna, distribuita anche nelle edicole della città), la Cineteca promuove una serata speciale domani, venerdì 25 giugno, alle ore 22 in Piazza Maggiore, proprio con La febbre del fare, quasi un’assemblea cittadina, grande e allargata come raramente può accadere, per ricordare cosa Bologna abbia saputo fare nel secondo dopoguerra, cosa abbia rappresentato (esempio per l’Italia e non solo), quali valori sociali e comunitari abbia saputo creare e valorizzare.
    Il documentario sarà presentato dai registi Michele Mellara e Alessandro Rossi.
    Un percorso che verrà introdotto da un breve filmato – realizzato in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bologna – che raccoglie alcune suggestive immagini della nostra città.
    La proiezione fa parte del cartellone di BolognaEstate del Comune di Bologna.

    Venerdì 25 giugno, ore 22, Piazza Maggiore
    IMMAGINI DI BOLOGNA
    In collaborazione con Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bologna
    a seguire
    LA FEBBRE DEL FARE (Italia/2010) di Michele Mellara e Alessandro Rossi
    Il racconto del fare politica a Bologna, dal 1945 al 1977. Una città che rapidamente esce dalla fase della ricostruzione e subitosi pone come guida nazionale nella creazione di un modello di sviluppo economico e sociale innovativo. Bologna fu l’invenzione, concepita da ex-partigiani, antifascisti di diversa estrazione, di una città utopica: vivibile, vivace e solidale. Una serie d’interviste ai protagonisti di quella stagione politica ma soprattutto straordinari materiali d’archivio (molti inediti) ritraggono la memoria di Bologna restituendoci una visione complessa ed emozionante della storia di quella che fu definita la capitale del PCI italiano. E arrivano a mostrare lo sfibrarsi del modello, nei tumultuosi anni Settanta, messo alla prova di nuove generazioni, nuovi linguaggi e nuove prospettive sociali.

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