Tempi di attesa per visite specialistiche

FERRARA:  I TEMPI D’ATTESA PER ACCEDERE  ALLA SANITA’

La precisazione della Direzione dell’Azienda Usl di Ferrara

sulle criticità denunciate nei recenti articoli della stampa

Mercoledì 19 Maggio 2010. La Direzione dell’Azienda USL di Ferrara desidera formulare alcune doverose precisazioni per informare l’opinione pubblica della provincia di Ferrara sulla realtà dei tempi d’attesa per fruire di talune prestazioni sanitarie, oggetto, di recenti interventi critici sulla stampa locale.

“L’evidenza della realtà non serve a superare il disagio, comunque, percepito dagli utenti, ma, di certo, obbliga chiunque ami il sensazionalismo più o meno strumentale a riflettere seriamente sulla realtà dei dati di fatto”. Con queste parole Fosco Foglietta, direttore generale di AUSL Ferrara, interviene sul complesso dei temi critici recentemente rilevati dalla stampa locale e regionale sul complesso  e delicato tema  dei “tempi d’attesa per la sanità”.

La verifica delle specialità dichiarate come critiche – e di seguito analizzate nella tabella di dettaglio- “non giustificano, infatti,  l’enfatica evocazione di tempi biblici, e gran parte delle prestazioni sono addirittura fornite nei tempi standard a detta e conferma da parte degli stessi utenti. Nelle specialità dove è stata preferita la sede e i tempi risultavano molto alti, l’AUSL ha, comunque e sempre proposto alternative, con tempi di attesa lievemente superiori allo standard regionale”.

I CASI SEGNALATI

  • Ecocolordoppler con mesi di attesa al S.Anna per cui l’utente si rivolge in tempi brevi alla struttura di S.M. Maddalena, in Veneto, che utilizza agende specifiche per gli extra regione, favorendoli. Nelle strutture di AUSL Ferrara, in quella data, era possibile eseguire l’esame in 40 giorni a Copparo (ampiamente entro lo standard) e in 77 gg a Ferrara Day Surgery.
  • Visita oculistica di Roberto al S. Anna per glaucoma, lo specialista modifica la terapia e richiede controllo a due mesi inviandolo a CUP. I Controlli brevi di stabilizzazione della terapia devono essere gestiti dallo specialista in agende autogestite e non rinviati a CUP.
  • Ecocolordoppler prenotato al sig. Roversi in 30 giorni, non si capisce dove sia il problema visto che il tempo da rispettare per un esame diagnostico è di 60 giorni.
  • ECG da Sforzo Programmato e non urgente offerto in tempi biblici che obbliga l’utente ad utilizzare il privato. In quella data veniva fornito in 80 giorni alla Quisisana (20 giorni oltre lo standard).
  • Colonscopia a Febbraio 2011 al S.Anna. Negli stessi giorni, il tempo d’attesa era di 58 giorni a Copparo e 43 nel Distretto Sud Est (entrambe le date sono entro lo standard previsto dalla Regione Emilia Romagna).
  • Eco Addome fornita con 67 giorni d’attesa. Si fa notare che sono solo 7 giorni dopo il tempo standard previsto.
  • Visita Dermatologica fornita in 48 giorni. 12 giorni lavorativi oltre lo standard.
  • Visita Urologica fornita in 58 giornate a Comacchio, ma l’utente ha preferito attendere tempi lunghi in quanto ha scelto la sede: l’ospedale  S.Anna.
  • TAC al S. Anna a Settembre. A Comacchio la TAC, negli stessi giorni,  era fornita in 50 giornate, ampiamente entro lo standard previsto.
  • Ecocolordoppler al S.Anna a Dicembre. Negli stessi giorni a Copparo viene fornita in 40 giorni, ampiamente entro lo standard.

Ferrara, 19 maggio 2010.  La Direzione dell’Azienda USL di Ferrara desidera rispondere -per l’ennesima volta, cinque, infatti, sono le risposte, più o meno simili, date negli ultimi tre anni- ad un cittadino indignato per i lunghi tempi d’attesa dell’esame di Densitometria Ossea che misura la massa ossea per la diagnosi di osteoporosi.

La Direzione deve ribadire, per l’ennesima volta, che, in larga misura, questo esame è inutile e che, in ogni caso, le linee guida  della Regione Emilia Romagna ne prevedono l’appropriatezza temporale di non meno di 18 mesi.

La legislazione italiana (DPCM 29/11/2001 ripreso dal DPM 05/03/2007, n.d.r.), stabilisce, infatti, che la Densitometria Ossea sia “parzialmente esclusa dai Livelli Essenziali di Assistenza” stabiliti dal Ministero della Salute.

Questo, significa che l’esame può essere erogato dal Servizio Sanitario Nazionale esclusivamente ad alcuni soggetti con condizioni patologiche particolari come:

  • Precedenti fratture da fragilità ossea.
  • Terapie croniche con cortisonici, antiepilettici, immunosoppressivi, chemioterapici, ecc.
  • Patologie a rischio di osteoporosi come anoressia, celiachia, fibrosi cistica, insufficienza renale cronica, leucemia, ecc.
  • Menopausa precoce prima dei 45 anni
  • Eccessiva magrezza.
  • Eccessivo abuso di fumo ed alcol, ecc.

Per questi soggetti il primo esame è sempre fornito entro 60 giorni.

Le densitometrie ossee di controllo, agli stessi soggetti, sono erogabili dal Servizio Sanitario Nazionale, solo se eseguite 24 mesi dopo il precedente esame (DPCM 29/11/2001), con il DPCM del 5 marzo 2007 questo limite è stato abbassato a “non prima dei 18 mesi”.

Il significato di uno spazio temporale comunque ampio tra un esame e l’altro è dovuto alla lenta e progressiva perdita di massa ossea a cui tutti i soggetti vanno incontro.

Dall’articolo non si evince l’età della paziente e perché gli è stata prescritta una densitometria a cadenza annuale, ma, è opportuno ricordare che avere un’età maggiore dei 65 anni non è un criterio sufficiente d’ammissione all’esame, perché devono essere presente, contemporaneamente, un’anamnesi severa di osteoporosi familiare, un inadeguato apporto di calcio, abuso di fumo ed alcol.

I tempi lunghi, con cui è stato programmato l’esame alla paziente, fanno pensare che non rientrasse in nessuno dei precedenti criteri di ammissione per i quali l’esame è erogabile dal SSN; comunque, è prassi consolidata fornire a tutti gli utenti un appuntamento nei limiti delle potenzialità del servizio.

L’Azienda USL, periodicamente, ricorda a tutti i Medici prescrittori i criteri di ammissione alle densitometrie, ricordando d’identificare  nella ricetta la classe di appartenenza del paziente e di formulare con chiarezza il quesito diagnostico.

È opportuno ricordare che dopo un audit di controllo eseguito su alcune Aziende Sanitarie, la Regione Emilia Romagna ha ribadito che:

  • La Densiometria Ossea non è utile come screening della popolazione, in quanto il 50% delle fratture da fragilità ossea si verificano in soggetti in cui l’esame è risultato negativo.
  • La riduzione di massa ossea è asintomatica, i dolori ossei sono dovuti a fenomeni osteo-artrosici.

·         Le densitometrie ossee inappropriate assorbono il 38% delle risorse umane e tecnologiche.

Ufficio Stampa

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